I mille volti dell’#Africa: una riflessione a tutto tondo su un continente troppo spesso vittima di una narrazione stereotipata e strumentale. E del ruolo che l’#Italia e l’#Europa potrebbero avere e non hanno. Appuntamento lunedì 26 aprile con gli amici dell’Arsenale delle idee — Alfredo Mantica, Marco Valle, Clemente Ultimo, Giorgio Ballario, Maniuela Lamberti, Raffaele Zanon — per confrontarci sulle complessità delle Afriche. Lo spunto sarà il neocolonialismo, un termine che Gino Satta nella frase di chiusura della voce nel II volume della X Appendice della “Enciclopedia Italiana” (Roma, 2020, p. 178), osserva e riconosce che “ripensare a fondo l’eredità del colonialismo, comunque lo si voglia fare, è diventato uno dei compiti urgenti del 21° secolo.
Da qui l’importanza dell’agile volume (64 pagine, introduzione e 6 capitoli) di Marco Valle con una ricetta da condividere e sottoscrivere, muove dalle illusioni e soste dei 60 anni lunghi, complessi e ricchi di ripartenze non sempre proficue, concentrandosi nella fase dell’”African Renaissance” e dei Dragoni cinesi. Federico Rampini, “intelligenza anticonformista tra le più brillanti”, rileva che solo una vuota e lacrimevole espiazione delle colpe dell’Occidente e dell’uomo bianco “può appagare una sinistra che non apre mai libri di storia”.
Valle sottolinea con forza e solidità critica che “una parte della leadership africana ha preso atto delle proprie responsabilità invece che continuare a scaricarle sull’eredità coloniale”. Torti e responsabilità sono ad addossare nell’esplosione e nella travolgente crescita della Cina e in Africa e nelle superficialità occidentali.
E’ segno di banalità la scarsa e nulla attenzione rivolta al problema culturale con conseguenti riflessi sul continente. Valle osserva sensatamente che “la partita per il futuro è apertissima, basta che gli africani ci credano” così come “lo sviluppo sostenibile “, non è e non deve essere uno “slogan ma una necessità e un’urgenza”. Un altro dramma sottovalutato quanto sconvolgente è rappresentato dalla desertificazione, “un’avanzata apparentemente implacabile che incalza oltre 500 milioni di donne, uomini e bimbi che vivono (o meglio, sopravvivono) lungo la fascia sub sahariana). Valle ha poi colto un altro grossolano errore compiuto da Pechino, il cui massiccio piano di rimboschimento “ha infatti privilegiato la quantità sulla qualità, mostrando nel tempo ripetute falle in tema di biodiversità e sostenibilità”.
Viene affrontato nei passaggi conclusivi il tema/problema del patrio Stivale, che, privo di una politica africana, che “annaspa e arretra”, culmina poi in cifre pesanti e prospettive innovative, senza esaurirsi nei problemi della bilancia commerciale. L’Autore individua che “ancora una volta l’orizzonte è quello dell’interesse nazionale, unica e vera linea guida di una politica sera, alta. Una strada obbligata per tutti coloro che non si rassegnano al ripiegamento, al declino, alla fuga della storia […] Lasciando alle spalle schemi irenici e formula passatiste”.
MARCO VALLE, Il futuro dell’Africa è in Africa. I tanti volti di un Continente sorprendente. Che l’Italia ha dimenticato, Milano, IL GIORNALE – Fuori dal coro, 2021, pp.64. € 3,50.
Ho trovato molto interessanti i temi trattati. Sono un collaboratore dell’ONU, dell’organizzazione : ITCILO.org. ( B. I. T. – I. L. O.) di Torino e Ginevra, dal 1984.Ho conoscenza ed interesse per Africa e condivido vostre osservazioni. Ho fatto alcuni progetti. Mi piacerebbe confrontarmi. Cordiali saluti
Rosario CUTRI