In questi giorni stiamo scoprendo molte cose che avremmo voluto evitare. Ma che riportano alla dura e terribile realtà della nostra bella Italia. Abbiamo scoperto che la tragedia della funivia sembra sia stata causata non dalla fatalità, ma da freni disattivati deliberatamente per evitare interruzioni del servizio. Abbiamo scoperto – sempre in queste ore – che reti criminali inquinano con spregiudicatezza i terreni in Puglia e nel Nord Italia contaminando ciò che mangiamo e in totale sprezzo di qualsiasi rispetto per la vita umana e per l’ambiente (inchieste di Domani e Corriere). Sintomi di criminalità diffusa e latente: diversa ma allo stesso tempo tremendamente “efficace”. Abbiamo scoperto che a Roma non si può nemmeno morire in pace o piangere il proprio defunto. Sempre che al cimitero non si arrivi dalla porta principale perché ti sprofonda l’automobile in una voragine. Abbiamo (finalmente) scoperto anche che a Messina esiste una baraccopoli dove si vive senza alcuna forma di sicurezza e di dignità, e lo ha mostrato il ministro per il Sud, Mara Carfagna: quella che a sinistra dicevano che era la soubrette di Berlusconi.
Poi si sente la politica e i social parlare di altro. Di minoranze delle minoranze che odiano altre minoranze o che vogliono farsi chiamare in un certo modo (ma fate come vi pare! dico io), di un leader di centrosinistra che vuole dare soldi ai giovani come se fosse garanzia di successo (lavoro? Giammai), di transizioni ecologiche e digitali, di cartoni animati, di Fedez che si preoccupa di quello che dice Aurora Leone che “non gioca a calcio coi maschi”, della Ferragni coi calzini.
Ci si rende conto che esistono due mondi che ormai non solo non si conoscono, ma nemmeno comunicano davvero. Un mondo virtuale e uno reale che pensano di essere in contatto e in cui gli influencer, gli attori, i politici che seguono gli uni o gli altri pensano veramente di essere in grado di conoscere la realtà. Ma si sbagliano di grosso. Le loro battaglie sono guerre personali, magari anche autentiche (anche se abbiamo molti dubbi a riguardo), ripicche tra fortunati di fronte a drammi sociali lontani anni luce dal jet set e dai tweet. Tragedie sociali lontane dai social. Con influencer che nel frattempo si intestano battaglie totalmente ininfluenti. Un paradosso rincorre un altro paradosso. Ma sono quelle altre le battaglie, quelle reale, che andrebbero combattute per dare dignità all’Italia. E quando arriverà questa svolta, c’è da scommettere che non saranno gli influencer a farne parte.