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Gli editti di Beppe Sala. Le vetture elettriche solo per gli “antifascisti”. Olè!

di Maurizio Gussoni
8 Luglio 2020
in Home, Società&Tendenze
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Questa volta, per davvero, c’è da ammazzarsi dal ridere! A Milano un cittadino al quale venisse in mente la balzana idea di acquistare un veicolo elettrico da usare in una città (quasi) priva di colonnine di ricarica, per ottenere il funambolico incentivo da parte del Comune, preventivamente, deve firmare un ridicolo modulo con il quale si dichiara… antifascista. Insomma, una sorta di processo da Santa Inquisizione alle idee, non uno penale alle – eventuali – azioni. Una garanzia, poi, per il Comune di essere preso per i fondelli. Infatti, penna d’oca alla mano, siamo certi che una moltitudine di italiani, tutti figli dei personaggi di Alberto Sordi, sono pronti, anzi prontissimi, a firmare questa scemenza psico-ideologica senza batter ciglio. Infischiandosene bellamente dei principi del sindaco Sala (intendiamo quelli che nutre in questo periodo…). Ed incassando la sommetta piovuta dal cielo con il classico gesto dell’ombrello. Ovviamente rivolto verso chi, come colpito sulla Via di Damasco, si è ritenuto convinto di poter decidere in autonomia come uno la debba pensare. E, nel contempo, di leggere nel pensiero per accertarsi che il pensiero del suo cittadino collimi con il suo. Ammesso, e poco concesso, che il forgiatore di cotanta demenziale norma abbia dimestichezza con l’uso del cervello, l’unico strumento idoneo a far nascere idee e pensieri.

Certo, però, se il sindaco Sala avesse tentato di mettere in mano la penna municipale a personaggi come il Vate Gabriele D’Annunzio, l’immortale filosofo Giovanni Gentile, il genio della pittura Mario Sironi od a firmatari del Manifesto sul Fascismo come Soffici, Pirandello, Ungaretti, Spirito, Barzini, eccetera eccetera, avrebbe dovuto incassare una forte delusione. Li vediamo difficilmente, nomi di questa fatta e giganti del pensiero di questa portata, chinarsi all’ideologia ciarlatana di un Comune che, da vero libertario, vuole imporre, a chi sa pensare, il parere di chi non è in grado di pensare.

Che poi, a veder bene, un banalissimo ricorso al TAR, molto probabilmente, sarebbe sufficiente a disinnescare le turbe create da questa norma sciocca. E, intendiamoci, sarebbe altrettanto sciocca pure se vietasse di pensare di essere comunisti, sciovinisti, buddisti, terrapiattisti e convinti che sulla Luna… non ci siamo mai andati. A proposito: è proprio certo, il sindaco, che sulla Luna ci siamo andati?

Insomma, un’altra iniziativa più mediatica che concreta del coerentissimo sindaco Sala, vero paladino della sinistra, con un passato, però, di dirigente nelle capitalistissime Pirelli e Telecom, oltre che celebrato “servente al pezzo” (direttore generale) della giunta Moratti. Quella che aveva assessori e vicesindaco di Alleanza Nazionale, quel partito che veniva dall’MSI, che era quel partito che veniva… Quello, insomma, che Augusto De Marsanich,  uomo che schifava i voltagabbana, delimitava con un pensiero: “Non restaurare, non rinnegare”. Ma De Marsanich era uomo che sapeva e poteva pensare. Lui, sì.

Tags: Giuseppe SalaMilano
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