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Le piste “proibite” della strage di Bologna. Un processo tutto da rifare

di Bruno Esposito
3 Agosto 2019
in Home, Pòlis
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Le piste “proibite” della strage di Bologna. Un processo tutto da rifare

La strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della “resistenza palestinese” che, autorizzata dal “lodo Moro” a fare in Italia quel che voleva purché non contro il nostro Paese si fecero saltare colpevolmente una o due valigie di esplosivo”, dichiarò l’ex-ministro dell’Interno e poi Presidente della Repubblica Francesco Cossiga , un politico di grande esperienza nell’ambito di tutto ciò che si muoveva e si muove dietro le quinte dei conflitti internazionali, soprattutto grande conoscitore di strutture ed apparati “coperti” dai Servizi Segreti dei Paesi di tutto il mondo. 

Una dichiarazione, quella del Presidente Cossiga , che fu registrata dalla stampa, già orientata in un’unica direzione, con scetticismo quando non addirittura con sarcasmo e che oggi invece trova nuove e clamorose conferme grazie a nuove indagini rese possibili mediante più aggiornate e sofisticate tecniche, come sta emergendo dal processo a Cavallini, per concorso, in atto in questi giorni.

Certa anche la presenza a Bologna, in quei giorni , secondo la Stasi, il potentissimo servizio segreto della Germania comunista, di terroristi del gruppo dinamitardo di Carlos “lo sciacallo” , Thomas Kram e Christa Margot Frolich. I riscontri tecnici, metterebbero in relazione la strage di Bologna ad attentati terroristici addebitati a Carlos in Francia, in particolare quello di Saint Charles del 31 dicembre 1983.

Carlos invece a sua volta sostenne che erano stati gli americani a far esplodere la bomba alla stazione per distruggere armi trasportate da alcuni nuclei dell’FPLP, un gruppo terrorista palestinese che operava in Europa e negli Stati Uniti. Per l’ex “primula rossa”, l’attentato di Bologna sarebbe servito per “tenere l’Italia nell’orbita Nato”.

Una sola cosa appare comunque certa a tutti quelli che negli anni hanno seguito la drammatica vicenda del più grave attentato mai compiuto in Italia in epoca di pace: i colpevoli, condannati all’ergastolo, Fioravanti, Mambro e Ciavardini sono innocenti. Tuttavia, ancora ieri , dal presidente del Comitato delle vittime della strage, passando per Mattarella,( il quale peraltro timidamente ha affermato, non certo a caso, che si devono eliminare “le zone d’ombra”), si è continuato ad affermare che “individuati gli esecutori materiali, bisogna trovare i mandanti” e non invece, come sarebbe giusto e sacrosanto, rifare il processo daccapo, senza verità preconfezionate e colpevoli anch’essi fatti su misura, per restituire giustizia ad 87 persone innocenti ed a centinaia di feriti nonché ad un Paese intero, avvelenato da una Giustizia ideologica che non prende atto di quanto anche le pietre martoriate della Stazione di Bologna ormai conoscono.

Tags: anni di piomboFrancesco CossigagiustiziaSergio Mattarellastrage di Bolognaterrorismo
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