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Le urla di Grillo, unica strada per la visibilità

di Augusto Grandi
10 Febbraio 2014
in Il punto
0
Le urla di Grillo, unica strada per la visibilità

Tutti contro Grillo. Perché protesta contro la “ghigliottina” imposta dall’amica degli ospiti non invitati (Boldrini). Perché protesta contro una legge elettorale truffaldina. Perché protesta contro la vergogna di Bankitalia omaggiata alle banche private. Ma, soprattutto, contro Grillo perché ha la pretesa di esistere, come terzo incomodo, in uno scenario che prevede solo due attori. Berlu, in piena risalita elettorale e che si porta a casa pure l’ammansito ed impecorito Casini, e Renzi che ha distrutto la sinistra per poter governare in nome e per conto del finanziere Davide Serra (quello che ha spiegato come sia giusto tagliare anche del 40% i salari di un operaio, di un impiegato, affinché gli speculatori possano arricchirsi di più). Dal punto di vista dei due gemelli diversi, Berlu ed il burattino Matteo, va benissimo così.

Ma è curioso come gli altri, tutti gli altri a parte Grillo (e solo una fetta dei grillini, non tutti), si accontentino dell’osso che lancia il padrone su entrambi i fronti. Un emendamentino salva Lega per favorire la coalizione con Berlu, un probabile emendamentino salva Sel (con il ritorno del premio al partitino miglior perdente) per sperare in un accordo del Pd sul fianco sinistro. Pierfurby Casini ha capito che il suo sogno di grande Dc è fallito ed ora cercherà di creare qualcosina insieme ad Alfano per superare gli sbarramenti ed essere riammesso alla corte di Berlu. Dove non mancheranno i Fardelli d’Italia: d’altronde l’8% da raggiungere per correre in solitudine e dignità appare eccessivo.

Resta Scelta Civica, la cui scomparsa non sarà motivo di rimpianto. E resta Grillo, logicamente imbesuito per gli accordi Berlu-Burattino. Un Grillo massacrato dai media, che altrettanto logicamente lui odia. E che è costretto ad alzare il tiro per ottenere un briciolo di visibilità. Il suo Movimento non è basato su un’ideologia, su una filosofia o su qualunque altro elemento di attrazione. Dunque i voti arrivano se Grillo continua a parlare alla pancia della gente. Cavalcando la rabbia che cresce anche se la casta di politici e giornalisti non se ne accorge. Ma per raggiungere la pancia, Grillo deve apparire, deve comunicare il messaggio. E Internet, per quanto utile, non basta.

La Rete non ha ancora sostituito tv e giornali. Dunque bisogna esserci. Con proposte intelligenti che i parlamentari grillini non presentano e che, in ogni caso, verrebbero ignorate o confinate in poche righe? No, con urla e strepiti. Alzare i toni è l’unica strada per conquistare visibilità. Questo permette a Grillo di veleggiare, nei sondaggi, al di sopra di un inutile 20%. Mentre il silenzio o i toni bassi di Fdi e di Sel spiegano i sondaggi estremamente penalizzanti. Non esistono sui media e non esistono, di conseguenza, nelle scelte di voto. Così come la Lega: non basta l’alleanza con il Fn di Marine Le Pen  per conquistare visibilità, non basta la battaglia contro un’Europa ingiusta per conquistare l’attenzione dei media e, di conseguenza, degli elettori. Ma capiranno mai, gli esponenti di questi partiti e movimenti, che senza comunicazione restano sempre perdenti?

Tags: Beppe GrilloBerlusconiDavide SerraLega NordMarine Le PenMatteo Renzi
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