L’imbarazzante Paolo Berizzi, il segugio antifascista di Repubblica, non molla e ogni occasione è buona per ricordare al mondo la sua inutile esistenza professionale. In cronica mancanza d’argomenti si appiglia ad ogni ramo pur di allarmare gli italiani su un minaccioso quanto incombente “pericolo nero”. Le malate fantasie del Berizzi poi tracimano in sgangherati attacchi a colleghi e associazioni, show patetici come quello di ieri sera a “Otto e mezzo”. Sull’argomento riportiamo volentieri il comunicato dell’associazione Lealtà Azione.
«La malafede dei detrattori a volte non meriterebbe nemmeno risposta: ma quando la menzogna viene sistematicamente diffusa mediante quotidiani e televisioni nazionali in modo strumentale per coprire l’assenza di argomentazioni da addurre a sostegno delle proprie tesi allora una risposta è doverosa e necessaria. Ci riferiamo alle dichiarazioni di Paolo Berizzi durante la trasmissione “Otto e mezzo” (la puntata era intitolata “Il razzismo torna di moda”) nella serata di ieri.

Sul razzismo sicuramente Berizzi è un grande esperto: il fondatore del suo quotidiano La Repubblica, Eugenio Scalfari, nel 1942 sulle pagine di “Roma Fascista” decantava come gli imperi dovessero fondarsi sul “cardine del sangue” con l’esclusione delle altre “genti”. Probabilmente con la stessa arroganza del fondatore del suo giornale e in emergenza di fronte al proprio interlocutore della trasmissione (il vice direttore del quotidiano La Verità Francesco Borgonovo) Berizzi ha scelto di spostare la discussione sulle avvenute partecipazioni di Borgonovo a convegni della nostra associazione, come se ciò costituisse non una scelta discutibile nell’ambito del dibattito politico ma come se si contestasse la collusione con un’organizzazione criminale. Il tutto a fronte di una conduzione televisiva che non ha certo pensato che detti attacchi avrebbero dovuto esplicarsi magari in contraddittorio con rappresentanti della nostra associazione.
Sarebbe interessante alla prossima puntata di Otto e Mezzo vedere la conduttrice chiedere a Berizzi della partecipazione a convegni con Saverio Ferrari (come indica la locandina allegata al comunicato) direttore dell’Osservatorio Democratico sulle Nuove Destre, condannato con sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Milano del 1990 (confermata dalla Cassazione nel 1991) ad anni due e mesi tre di reclusione per danneggiamento seguito da incendio, violazione delle norme contro la criminalità, porto illegale di armi, ricettazione con riferimento a fatti inerenti il noto assalto del bar “Porto di Classe” a Milano avvenuto nel 1976.
A ciò deve aggiungersi che Paolo Berizzi nel 2016 e’ stato sanzionato dall’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, poiché non avrebbe fatto quanto richiesto al cronista diligente per verificare una notizia prima di pubblicarla, con riguardo ad un suo articolo che narrava la fantasiosa esistenza di un bambino di quattro anni che esibiva il saluto romano in una scuola materna. Un livello di giornalismo emblematico della disinformazione imperante in Italia, dal quale certamente non accettiamo lezioni».