Vorrei rivolgere al Direttore generale della Rai, Campo dall’Orto, una sommessa richiesta. La prego, faccia rientrare in Italia le due signore che vivono e lavorano a New York a spese della sua azienda. Sì, parliamo di Tiziana Ferrario e di Giovanna Botteri.
Credo che se il lavoro per il quale sono pagate fosse stato fatto da chi rassetta ogni giorno il loro ufficio sarebbe stato più credibile. Semplicemente perché più vero.
Le due dame ci hanno raccontato una America che non esiste. Il loro vivere a ridosso del Central Park, dove fiammeggiano vetrine ridondanti di ogni ben di Dio, ha fatto loro credere che quella è l’America. Basta alloggiare a Manhattan, prendersi un caffè a Manhattan, pranzare e cenare a Manhattan, fare acquisti a Manhattan, acquisti magari da sfoggiare a Saxa Rubra davanti ai colleghi rimasti al palo, frequentare una palestra a Manhattan, avere il parrucchiere con annessi manicure e pedicure a Manhattan, per loro basta tutto questo per credere e far credere che quella è “l’America”.
Come sa un qualunque turista, Manhattan è solo uno dei cinque quartieri che formano NYC, insieme con Bronx, Queens, Staten Island e Brooklyn. E’ quello più ricco, tanto che si pagano più tasse che in ciascuno degli altri quattro, che gli appartamenti costano di più che negli altri quattro e che la vita è di gran lunga più cara della vita che si fa negli altri quattro.
Nessuna di loro ci ha mai raccontato la rabbia diffusa che covava sotto le apparenze. Nessuna di loro si è alzata dalla poltroncina per andare in giro in questa immensa metropoli a cercare storie da rappresentare nei penosi collegamenti serali coi telegiornali.
Sono andate avanti a suon di citazioni del “New York Times”, diventato con le sue 370mila copie vendute l’esangue copia di quel che era parecchi anni fa: come se il NYT fosse ancora la Bibbia alla quale attingere. Hanno proseguito a suon di citazioni di sondaggi messi in circolazione dall’apparato clintoniano, tutti puntualmente rivelatisi sbagliati: mai ad esempio che abbiano citato i sondaggi del “Los Angeles Times”, quotidiano di sinistra, che da settimane dicevano che Trump era avanti alla Clinton. Insomma si sono prestate a fare da trombette di una propaganda di parte, e della parte sbagliata.
Come, caro Campo dell’Orto, non dovrebbe fare la Rai pagata dal soldo del contribuente.
Superficialità? Pigrizia? Abitudinarietà? Certo.
Ma anche faziosità. Le due dame sono notoriamente di sinistra. Ergo clintoniane ad honorem. Come ieri erano obamiane ad honorem. La Botteri addirittura esibiva nel suo ufficio un bel ritratto di Barack Obama con annesso slogan elettorale, manco fosse un attore o un calciatore o il capo dello Stato italiano o il Papa (adesso che farà? esporrà il ritratto del nuovo presidente Trump?).
Il giorno in cui l’FBI ha ribadito la sua valutazione sulle mail della Clinton (HRC ha fatto una leggerezza, ancorché grave, censurabile da un punto di vista morale ma non da un punto di vista penale) la Ferrario a Rai News 24 ha giurato che Trump era finito e che quindi la partita era chiusa a favore di Hillary.
Insomma se questi sono i risultati, e visto che la Rai deve tagliare, tagliare, tagliare è meglio non spendere i soldi di quegli stipendi, di quegli affitti, di quegli appalti (già, gli appalti della Rai a NYC: ci torneremo), di quelle trasferte.
Per parafrasare il titolo odierno della rivista “American Prospect” quella della Rai in America è stata una catastrofe (“catastrophe” dice Harold Meyerson del risultato della Clinton).
Paolo Toppi