• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
giovedì 30 Marzo 2023
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Europae

Bella Europa/ Airbus festeggia i suoi primi 50 anni (e gli USA rosicano)

di Marco Valle
17 Giugno 2019
in Europae, Home
0
Bella Europa/ Airbus festeggia i suoi primi 50 anni (e gli USA rosicano)
       

In questi giorni Airbus festeggia i suoi primi cinquant’anni. In ottima salute. I numeri parlano chiaro: 800 aerei venduti nel 2018 per 63,7 miliardi di euro e 890 previsti per il 2019 più 460 miliardi (milione più, milione meno) di ordini già acquisiti e programmati. Cifre tonde che addolciranno ancor di più la super torta di compleanno prevista per la grande cena parigina del 17 giugno offerta a clienti e autorità dal presidente Guillaume Ferry. Auguri, quindi, al consorzio multinazionale che ha infranto l’egemonia statunitense nei cieli del mondo e tanti complimenti all’unica vera icona industriale europea. Insomma, una bella storia di successo che merita d’essere raccontata.

Charles de Gaulle e il cancelliere Adenauer

Tutto iniziò nella primavera del 1969 quando, dopo lunghe e defatiganti trattative, Charles de Gaulle e il cancelliere tedesco Kurt Kiesinger, erede non geniale ma molto pragmatico di Adenauer, si accordarono per la creazione di un comparto aeronautico continentale fortemente incentrato sull’asse franco-tedesco (con quote paritarie del 37,5 per cento) e un futuro coinvolgimento della Spagna (ancora franchista…) e della Gran Bretagna ante MEC e dell’Italia. Si trattava di un’inedita sfida politica, tecnica e commerciale alla primazia della potentissima industria aerospaziale americana. Alle chiamate di Parigi e Bonn Madrid (con Casa, 5 per cento) e Londra (con BAE, 20 per cento) risposero positivamente mentre il governo italiano preferì nicchiare e defilarsi: Roma non aveva voglia e tanto meno coraggio per partecipare ad un progetto così ambizioso ma molto malvisto da Washington. L’Alitalia rimase fedele cliente dei produttori d’oltreatlantico (McDonnel Douglas e Boeing). L’ennesima occasione perduta.

Airbus fu l’ultima geniale intuizione del vecchio generale: già ammaccato dalla tempesta del maggio ‘68, nella notte del 28 aprile ‘69, dopo l’esito negativo del referendum sulla riforma delle regioni e il tradimento dei suoi ministri, un de Gaulle sdegnato e offeso decise lasciare l’Eliseo. Per sempre. Toccò a Georges Pompidou, l’inviso successore, la gestione del progetto formalizzato il 29 maggio 1969, all’apertura del 28 Salone dell’aeronautica di Bourget, da Jean Chamant, ministro francese dei Trasporti, e dal tedesco Karl Schiller, ministro dell’Economia. In quella sede davanti ad un pubblico quantomeno scettico i due politici annunciarono la realizzazione in tempi brevi di un aereo di linea europeo di nuova concezione – bimotore  e a corridoio doppio –  per trecento passeggeri. Sarà l’A300 B che il 15 aprile 1974 s’involò per la prima volta con i colori di Air France.

Una svolta certamente significativa nella storia dell’aeronautica. Eppure al tempo pochi, pochissimi operatori prestarono attenzione all’accaduto e ancor meno s’interessarono al veivolo realizzato da un terzetto di grandi ingegneri: Henri Ziegler, Roger Béteillwe e Felix Kracht. Risultato: nel primo anno d’attività Airbus vendette solo quattro aerei mentre Boeing ne piazzava oltre 200. Non si trattò di disattenzione o di sfortuna ma del primo atto della spietata guerra commerciale che tutt’oggi perdura tra le due sponde dell’Atlantico. Gli americani, infatti, compresero subito la portata e l’ampiezza della proposta europea e decisero di stroncarla sul nascere. Con ogni mezzo.

Dagli Stati Uniti partì una feroce campagna stampa contro il progetto ridicolizzandolo come velleitario e inutile. Un tam tam assordante che assieme alle pressioni della Casa Bianca sui governi alleati fece vacillare il consorzio. La svolta, imprevista quanto benefica, arrivò nel 1976 grazie all’astronauta Frank Bormann, un anticonformista molto coraggioso. Dopo aver esplorato il cosmo con l’Apollo 8 Bormann era passato all’aviazione civile diventando presidente di Eastern Airlines. Stufo dei ricatti dei colossi a stelle e strisce decise di rinnovare la linea di volo per il medio raggio con l’A300 B. Un primo successo che permise nel 1978 il lancio del programma A310, un veivolo di 220 posti e, nel 1988, dell’A320 l’aereo che rivoluzionò il mondo aeronautico. Forte delle tecnologie e dei nuovi materiali sperimentati con il Concorde, l’A320 divenne il ferro di lancia di Airbus: 14mila ordini in trent’anni.

Agli inizi degli anni Novanta Airbus deteneva il 30 per cento del mercato mondiale. Troppo per gli USA di Bill Clinton. Nel 1993 William Perry, segretario di Stato alla Difesa, convocò i venti principali produttori nazionali per una riunione passata alla storia come “the last supper”, l’ultima cena. Ai magnati del cielo Perry ordinò di unirsi e fare sistema. Due anni dopo restavano solo quattro giganti: Boeing, che acquisì nel 1995 McDonnell Douglas, Lockeed Martin, Northrop Grumman e Raytheon. Un fronte agguerritissimo che costrinse Airbus ha rinventarsi aprendo ai privati (Jean Luc Lagardère di Matra e Jurgen Schrempp di DaimlerChrysler) e alla Borsa con una riduzione significativa delle quote statali (11 per cento Francia e Germania, 4 Spagna). Nel 1999 a Strasburgo, la città simbolo dell’asse franco-tedesco, nacque EADS una costruzione politico-finanziaria in cui gli azionisti pubblici e i due principali azionisti privati mantenevano diritti speciali. Un quadro singolare (per gli analisti “barocco”) ma efficace. Raggiunta la stabilità interna Airbus ha potuto affrontare il segmento del lungo raggio con l’A330 e l’A340,  sopportare le traversie del superjumbo A380, un gioiello tecnologico con molti problemi  di mercato, e i troppi ritardi nella realizzione dell’A400, il quadrimotore turboelica militare. Riaggiustata la governance nel 2012 con un accordo tra Angela Merkel ed Emmanuel Macron dopo la mancata fusione con l’inglese BAE Systems, Airbus guarda con fiducia al futuro confidando sulle nuove versioni dell’A321 e l’A350 per i voli intercontinentali e sull’A220 (prodotto dalla canadese Bombardier recentemente acquisita) per le tratte medio-brevi. Ma, come sottolinea Faury, la vera sfida di questo compleanno è pensare e costruire l’aereo del futuro. Ibrido, decarbonizzato, ecologico. Europeo.

Tags: AirbusboeingCharles De GaulleEuropaFranciaGermaniaGran Bretagnaindustria aerospazialeSpagnatrasportitrasporti aereiUSA
Articolo precedente

Scrittori italiani/ Il surrealismo aristocratico di Tommaso Landolfi

Prossimo articolo

L’altra Resistenza. Il caso Aldo Gastaldi detto “Bisagno”

Marco Valle

Correlati Articoli

Spagna/ Emergenza criminalità. Le gang dei latinos dilagano
Europae

Spagna/ Emergenza criminalità. Le gang dei latinos dilagano

di Marco Valle
29 Marzo 2023
0

Avete visto “Entrevìas”, la sulfurea serie TV spagnola ora in programmazione su Netflix, tutta imperniata sulle baby gang madrilene —...

Leggi tutto
Mare& lavoro/ AAA marittimi italiani cercasi

Mare& lavoro/ AAA marittimi italiani cercasi

27 Marzo 2023
I repubblicani americani contro la guerra di Biden

I repubblicani americani contro la guerra di Biden

27 Marzo 2023
Il turbocapitalismo è nudo. Il fallimento della Silicon Valley Bank

Il turbocapitalismo è nudo. Il fallimento della Silicon Valley Bank

23 Marzo 2023
Carica altro
Prossimo articolo
L’altra Resistenza. Il caso Aldo Gastaldi detto “Bisagno”

L'altra Resistenza. Il caso Aldo Gastaldi detto "Bisagno"

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

L’Algeria aderisce ai Brics. Il mondo è sempre più multipolare

L’Algeria aderisce ai Brics. Il mondo è sempre più multipolare

29 Marzo 2023
Dibattito/ Quali radici e quali spazi per un partito conservatore italiano?

Dibattito/ Quali radici e quali spazi per un partito conservatore italiano?

29 Marzo 2023
Cinema italiano, sempre peggio. “Marcel” e “Romantiche”, due film inutili

Cinema italiano, sempre peggio. “Marcel” e “Romantiche”, due film inutili

29 Marzo 2023
Spagna/ Emergenza criminalità. Le gang dei latinos dilagano

Spagna/ Emergenza criminalità. Le gang dei latinos dilagano

29 Marzo 2023

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina cinema coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Ucraina Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In