Sempre peggio la situazione ad Hong Kong. Il Comitato permanente del Congresso Nazionale del Popolo, centro decisionale del parlamento di Pechino, ha approvato la controversa legge sulla sicurezza nazionale che darà alla Cina comunista il completo controllo su Hong Kong. La norma ha ottenuto il via libera all’unanimità e sarà in vigore dal primo luglio, nel giorno del 23esimo anniversario dell’Handover, il passaggio di Hong Kong da protettorato inglese a regione amministrativa speciale nella sfera di influenza di Pechino. La versione ufficiale del testo sarà resa pubblica solo nelle prossime ore; la Chief Executive, capo esecutivo di Hong Kong, Carrie Lam si è rifiutata di commentarla.
La nuova legge voluta da Pechino prevede il carcere a vita per la sedizione e permetterà ai servizi cinesi di operare senza problemi di sorta nell’ex colonia britannica, chiudendo de facto l’accordo ‘un paese due sistemi’ che regola i rapporti di Pechino con Hong Kong e Macao che ha finora garantito libertà civili e di espressione. Lapidario il commento di Joshua Wong, uno dei simboli del movimento di protesta del 2014 che negli ultimi anni è stato il caposaldo della lotta alle tendenze autoritarie della Cina sul territorio: “è la fine di Hong Kong – ha scritto in un post su Twitter – come il mondo l’ha conosciuta finora”.