C’è molta confusione nella biblioteca di Matteo Salvini. L’uomo è sicuramente capace e dinamico ma le letture non sono il suo forte. Non è colpa sua. In casa leghista i libri sono oggetti poco frequentati e gli intellettuali — vi ricordate il caso Miglio? — non sono figure particolarmente amate. La conferma è arrivata una volta di più sabato scorso in piazza del Popolo. Per qualche strambo motivo il Salvini ha inframmezzato il suo discorso, modesto ma concreto, con una serie di riferimenti culturali deboli o per nulla convincenti.
Uno scivolone che Adriano Scianca — bella e giovane intelligenza — ha subito notato. Sul quotidiano on line Primato Nazionale, Scianca ha suggerito al leader leghista (ma non solo a lui, anzi) dieci testi “decisamente più centrati”, invitando i “sovranisti” ha superare le superficialità, il primitivismo, il “fallacismo”. L’elenco comprende testi di Debray e Zecchi, Massimo Fini e Lasch, MacIntyre e de Benoist, Damiano e Sloterdijk, Risè e Faye. Scelte azzeccate e raffinate (forse troppo raffinate per alcuni palati…) e sicuramente utili per chi vuole costruire — rottamando settarismi e nostalgie inutili — una piattaforma culturale seria, condizione essenziale per un progetto politico credibile, articolato e forte.
La provocazione di Adriano, al di là dello stesso Salvini e dei suoi limiti, va quindi ripresa e rilanciata in una prospettiva più larga. Ecco allora qualche piccolo consiglio per una buona “biblioteca sovranista”, uno strumento indispensabile per un dibattito necessario, improcrastinabile. Ai lettori, come sempre, il giudizio.
- Il Quarto Reich di Gennaro Sangiuliano e Vittorio Feltri. Un’analisi lucida e impietosa sui motivi dell’egemonia tedesca in Europa e le fragilità del sistema Italia.
- Tempi decisivi di Alessandro Colombo. Una riflessione sulla grande crisi di tutte le determinanti fondamentali dell’ordine internazionale e sull’esaurimento dell’Occidente.
- Il Secolo Americano di Geminello Alvi. Come l’America divenne il centro del mondo e l’Europa una periferia.
- Morire di democrazia di Sergio Romano. Come la globalizzazione della finanza e dell’economia hanno ridotto la sovranità degli Stati nazionali e sterilizzato la politica.
- L’Italia populista di Marco Tarchi. Uno studio fondamentale per indagare la frattura tra elettorato e classi dirigenti e le innumerevoli problematiche dei movimenti di protesta.
- Il regno delle Due Sicilie e le potenze europee di Eugenio Di Rienzo. Per comprendere i motivi profondi della debolezza storica dell’Unità nazionale.
- La vittoria dell’Occidente di Rodney Stark. Un salutare lavoro che rompe ogni schema storico politicamente corretto e buonista.
- Obiettivo Mattei di Nico Perrone. L’indipendenza nazionale, il petrolio, la politica dell’ENI e lo scontro di Mattei “nazional neutralista” con gli anglo-americani. Una lezione sempre attuale.
- Il Lancio Perfetto di Francesco Pinto. Un romanzo “patriottico” sull’avventura spaziale italiana. Una storia oggi dimenticata di un tempo in cui si facevano imprese impossibili.
10. Le Suicide Français di Eric Zemmour. Una denuncia documentata quanto appassionata del declino francese ed europeo. Una vicenda che ci riguarda da vicino, molto da vicino.
Cari Scianca e Valle,
tutto bello e condivisibile. Io aggiungerei, se non altro per la panchina, anche altri due titoli che, un po’ sorpreso, non vedo nei vostri decaloghi:
1) Roger Scruton: “Il bisogno di Nazione” (Le Lettere, 2012)
2) Marcello Veneziani: “La rivoluzione conservatrice in Italia” (SugarCo 2012)
Sarebbe bello un po’ di dibattito su questi temi invece delle solite schermaglie pre-elettorali che anche a Destra tengono banco quotidianamente. E poi, ovviamente, finisce che ti spuntano Don Milani o la Fallaci…
Aggiungerei i libri di IDA MAGLI, veramente dirompenti per il “pensiero unico” euroccidentale. Ecco i titoli:
1) “LA DITTATURA EUROPEA “;
2) “DOPO L’OCCIDENTE”;
3) “DIFENDERE L’ITALIA”.
Questo è almeno il 6° messaggio che invio e non riesco a capire perché quanto scrivo non appare.
Avevo solo scritto di stare attenti a non distribuire petenti circa chi è acculturato o no in quanto, detto esercizio, è tipico della doppia (im)morale comunista.
Ho scritto inoltre di non tenere in considerazione la Fallaci che è sempre stata una nemica della Destra e di Almirante. Cosa ho scritto di male?
Caro Marco,
aggiungerei anche le accurate ricostruzioni storiche di PIERO BARONI, che forniscono i dettagli sconcertanti sull’ambiguita’ dei nostri vertici militari durante l’ultimo conflitto mondiale. Puo’ essere sovrano un paese i cui vertici erano in combutta con il nemico?
1) LA VITTORIA PERDUTA (P. BARONI. Edizione SETTIMO SIGILLO)
2) LA FABBRICA DELLA SCONFITTA (P. BARONI Edizione SETTIMO SIGILLO)