Il quadro demografico italiano registra un nuovo record del minimo di nascite. Come rilevato dal rapporto annuale Istat, i nati nel 2022 sono stati 393mila, numero per la prima volta inferiore ai 400mila dall’Unità d’Italia. Rispetto al 2008 (anno di picco relativo della natalità), le nascite dello scorso anno si sono ridotte di un terzo. I dati sulla fecondità indicano, negli ultimi tre anni, un calo del numero medio di figli per donna (da 1,27 a 1,24); l’età media al momento del parto per le donne residenti in Italia – stabile negli ultimi due anni a 32,4 anni – è aumentata di un anno dal 2010 al 2020.
Il numero medio di figli per donna nel 2022 è il più alto in Trentino-Alto Adige (1,51), seguito dalle regioni Sicilia (1,35) e Campania (1,33); la Sardegna è il fanalino di coda (0,95). L’età media al momento del parto risulta la più alta in Basilicata (33,1 anni) e Sardegna (33); solo in Sicilia scende sotto i 32 anni (31,4).
Secondo i dati Istat sul 2021, il più alto tasso medio di fecondità totale era registrato nella provincia di Bolzano (1,72), mentre i numeri più bassi erano ancora relativi alla Sardegna (0,94 nella provincia di Cagliari). L’età media delle madri al parto risultava la più alta nella provincia di Firenze (33,26 anni), seguita da Nuoro e Oristano (33,2); in numerose province del Sud Italia, invece, scendeva sotto i 32 anni (Siracusa 30,69, Catania 31,03, Foggia 31,16). Quella dei padri oscillava tra i 37,01 anni di Oristano e i 36,99 di Nuoro a quelle meno avanzate del Sud (Catania 34,18, Siracusa 34,32, Palermo 34,71, Napoli 34,81, Foggia 34,83).
I numeri relativi al primo quadrimestre 2023 dimostrano come le nascite (118mila unità) continuano a diminuire: -1,1 per cento sul 2022, -10,7 per cento sul 2019. La prospettiva demografica per il 2050 stima una riduzione di circa 5 milioni dei residenti in Italia (arrivando a 54 milioni); da oggi al 2041 si prevede inoltre che la fascia di età fino ai 24 anni si ridurrà di circa 2,5 milioni di unità (-18,5 per cento).
Il preoccupante quadro presente e futuro sulle nascite – ma anche sull’età media genitoriale, che per le madri si avvicina alla gravidanza geriatrica (35+ anni) – va di pari passo con l’aumento dell’età media della popolazione italiana, passata negli ultimi tre anni da 45,7 a 46,4 anni; al 1° gennaio 2023 si registrano 117,9 anziani di 65+ anni ogni 100 giovani di 15-34 anni (erano 70,5 al 1° gennaio 2002). La sempre minore predisposizione delle nuove generazioni a fare figli non deriva solo da ragioni economiche, ma è altresì influenzata da aspetti socio-culturali (il tasso di fecondità dei Paesi europei è superiore solo a quelli dell’Estremo Oriente). La crescita demografica, fondamentale per affrontare le sfide globali, deve tornare ad essere al centro di concrete azioni politiche e culturali, per imprimere alle nuove generazioni quella lungimiranza che ha rappresentato, con le sue numerose famiglie, la vera ricchezza dell’Italia.