È iniziato ieri l’imbarco nel porto di Bari di mezzi e materiali destinati all’attivazione della missione italiana in Bulgaria, missione destinata a rafforzare lo schieramento della Nato sul fronte orientale. Dopo una prima fase caratterizzata da un impegno prevalentemente logistico, l’Italia schiererà circa 750 uomini sul campo, assumendo il ruolo di Framework Nation, ovvero di Paese guida della missione che prevede la partecipazione anche di altri contingenti di Paesi Nato. Nel Paese balcanico sarà così costituito il Battle Group eVA (Enhanced Vigilance Activity), guidato dall’82° Reggimento di Fanteria “Torino”.
Con la partecipazione a questa missione l’Italia si conferma uno dei Paesi maggiormente impegnati – in ambito Nato – al rafforzamento del sistema di deterrenza sul confine orientale dell’Alleanza, naturalmente in chiave antirussa. A questo proposito è bene ricordare come nei giorni scorsi sia arrivato il via libera da parte del Copasir al quarto decreto sull’invio di armi all’Ucraina, notizia “silenziata” dalla crisi di governo e dall’inizio della campagna elettorale.
Ancora una volta segreta la lista delle forniture a Kiev: con tutta probabilità, però, vi sarà un ulteriore salto di qualità, assecondando le richieste ucraine. Unico limite la scarsa disponibilità di pezzi pregiati come i lanciarazzi cingolati, disponibili in numeri appena sufficienti alle esigenze nazionali. Probabilmente bisognerà nuovamente attendere foto e video dal fronte per avere notizia dei materiali forniti dall’Italia al governo di Kiev.