Ecco un’altra bella storia tutta italiana. Una storia di barbe, creme, rasoi e barbieri. Da anni la Proraso — ovvero la Ludovico Martelli srl, azienda familiare fiorentina, fondata nel 1907 — sfida orgogliosamente i giganti internazionali del settore. Merito di una una famiglia che da oltre un secolo, che si tramanda la ricetta della crema dopobarba. La Proraso, appunto.
La società è una piccola realtà basata a Caldine, in provincia di Firenze, con un centinaio di dipendenti, e il suo marchio principale, la crema da barba, è leader in Italia (20,5 % rispetto al 19,1 di Gillette, 12,9 di Mirato, 9,3 di Palmolive, 9 di Henkel, 8,6 di Nivea, 5,0 di Noxema) e inizia a crescere sui mercati internazionali.
Qualche numero: nel 2014 la Martelli srl ha fatturato 43 milioni con una crescita del 5% e quest’anno sta crescendo del 12,5% mentre l’export (con gli Usa primo mercato) è aumentato quasi del 50%. Il gruppo, oltre che la tradizionale crema da barba, propone una decina di prodotti tra i quali spicca il dentifricio Marvis, il prodotto più venduto oltreconfine. Un successo pieno che ha solleticato appetiti e interessi: secondo le solite indiscrezioni, l’azienda toscana è sempre più ambita dai concorrenti (soprattutto dalla Gillette, il ciclope del settore) e dai fondi esteri, ma la dinastia — Ludovico Martelli e le figlie Stefania e Laura — non ne vuole sapere e tira dritto. Caparbiamente.
Da qui la continua ricerca e le convicenti campagne promozionali — un cult, ormai, i cinque documentari girati nei barber shop d’Europa e Americhe — con storie di vita vissuta, imperniate sul rispetto della tradizione e l’apologia dell’antico rito di pennello, rasoio, schiuma. Un trittico perfetto e una scelta mediatica azzeccata. In tutto il mondo.
Come ricorda l’Ad Giovanni Galeotti, «il rito della rasatura col pennello e la crema sta tornando di moda, stanno rinascendo i barbieri, i barber-shop e le barberie, aprono punti vendita spesso molto belli pensati per consentire agli uomini di riappropriarsi di uno spazio privilegiato, come era un tempo il locale del barbiere». Insomma, buona barba a tutti….