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A Livorno i giudici dicono sì all’omogenitoralità. La famiglia naturale sempre più minacciata

di Gianluca Donati
1 Marzo 2018
in Home, Società&Tendenze
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A Livorno i giudici dicono sì all’omogenitoralità. La famiglia naturale sempre più minacciata
       

 

La notizia oramai è nota: due bimbi nati con gestazione per altri negli Stati Uniti, sono ora ufficialmente figli di ambedue i loro papà anche in Italia, a Livorno. La decisione l’ha presa il tribunale, accettando le richieste dei genitori di rettificare la trascrizione dell’atto di nascita dei bambini.

L’avevo scritto in precedenti articoli (per altre testate) ed è puntualmente accaduto. La legge sulle “unioni civili” approvata dal Parlamento a maggioranza Pd e centrosinistra, presentava delle pericolose insidie. I centristi di Alfano&c. avevano frenato, è vero, e bisogna riconoscere che grazie alla loro mediazione, si era evitato “il peggio”, ovvero, che fosse approvata con le stepchild adoption. Sennonché, com’era prevedibile, la legge in questione, resta “ambigua” e aperta a “interpretazioni forzate” della magistratura (o di parte di essa), che come ben sappiamo è “politicizzata”, e orientata verso un post-comunismo radical-chic.

La strategia oramai è facilmente intuibile: se i numeri in Parlamento per approvare leggi controverse non ci sono, si punta a scriverle in maniera “fumosa”, perché la magistratura schierata, possa applicarle in modo arbitrario e arrivare gradualmente all’obiettivo. E l’obiettivo in tal caso sono le famiglie gay, ovvero l’omogenitorialità.

Qui non è in discussione il diritto di due persone (etero o omo) di convivere e amarsi. Qui è in gioco la salute psichica, sessuale e educativa dei bambini. Si minaccia di scardinare la famiglia naturale fondata sull’unione di un uomo e una donna, rischiando di minare le fondamenta della tenuta sociale dell’intera civiltà Occidentale: le famiglie “alternative”, come pericoloso esperimento sociologico compiuto sulla pelle dei bambini. E la ragione è quella di sempre; la sinistra post- Sessantotto, ha rovesciato la sua ideologia marxista in una cultura libertaria, antiproibizionista e nichilista che ha in odio Tradizione e natura.

C’è in fondo una certa coerenza e continuità tra la vecchia sinistra e quella nuova, tra comunismo e “Democrat”: l’Occidente deve odiare se stesso, deve autocriticarsi, e autoannullarsi, attraverso il permissivismo e l’accoglienza indiscriminata d’immigrati, mettendo in discussione valori, tradizioni, famiglie, identità nazionali ed etniche. E come se ne avesse avuto sentore, proprio qualche giorno prima della sentenza del tribunale di Livorno, la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, aveva dichiarato che vinte le elezioni, il centrodestra sarebbe dovuto intervenire per modificare alcune leggi concernenti le questioni etiche, prima tra tutte, proprio la legge sulle “unioni civile”. Dopo il fatto di Livorno, la Meloni torna sulla questione scrivendo su Facebook: «Sono scioccata dal decreto del Tribunale di Livorno che riconosce, di fatto, le adozioni gay e la barbarie dell’utero in affitto.  Una scelta sovversiva, contraria alla legge italiana e alla sovranità del Parlamento che ha chiaramente detto no alla stepchild adoption. Fratelli d’Italia al Governo metterà la parola fine a questo far west: se ai giudici non sembrano abbastanza chiare le leggi italiane, scriveremo nella costituzione, che un bambino ha diritto ad avere un ‘padre e una madre’».

Tags: famigliaGiorgia MeloniLivorno
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