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Home L'Editoriale

L’orrore di Nizza e i fans dell’accoglienza

di Gian Micalessin
30 Ottobre 2020
in L'Editoriale
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Fino a ieri erano le bandiere di un Pd e d’una sinistra in prima fila nel difendere l’accoglienza indiscriminata  e uno “ius culturae” studiato per garantire la cittadinanza ai figli dei migranti dopo appena cinque anni di studio nelle nostre scuole.

Oggi quelle due bandiere del Pd  sono il  simbolo e la fonte  di tutti gli orrori francesi.  Il decapitatore tunisino Aouissaoui Bahrain, fermato dopo aver seminato morte nella chiesa di Notre Dame,  aveva in tasca  il foglio rilasciatogli dalla Croce Rossa italiana il 9 ottobre scorso quando sbarcò  indisturbato a Lampedusa. Il 18enne ceceno  Abdoullakh Anzorov, che tagliò la testa al professor  Samuel Paty,  era invece un ex alunno delle scuole francesi regolarmente frequentate dall’età di sei anni. E, come lui,  vantavano  un curriculum degno dello “ius culturae” di boldriniana memoria anche  i  fratelli  Kouachi autori, nel 2015, del massacro dei redattori   di Charlie Hebdo.

Ma per capire appieno quanto  pericolosi  siano i progetti di un Pd prigioniero della stessa ideologia multiculturalista che ha garantito libertà d’azione all’ “islam separatista” francese  vanno letti i  proclami con cui Nicola Zingaretti  e compagni hanno salutato la cancellazione dei decreti sicurezza di Salvini e riaperto le porte ai migranti.  Proprio mentre il tagliagole jihadista Aouissaoui Bahrain approdava sulle nostre coste  il segretario Pd  sproloquiava di un’Italia “più umana e  sicura”. Il suo vice Andrea Orlando celebrava una cancellazione capace di  “promuovere l’integrazione e garantire la sicurezza di tutti” e Matteo Mauri, vice ministro Pd agli Interni,  parlava di   “norme di civiltà e sicurezza”.

Parole che rilette alla luce di quanto avvenuto a Nizza appaiono in tutta la loro macroscopica e sventata leggerezza. Parole capaci oggi di far inorridire i francesi,  ma non – intendiamoci –   di giustificare la Francia di Macron.  Oltre ad aver sempre ignorato gli sbarchi nella Penisola –  limitandosi a presidiare (male) la frontiera di Mentone  –  Parigi ha sempre garantito piena libertà d’azione a  Ong  come  “Sos Mediterranee” impegnate a traghettare in Italia migliaia di clandestini.  Ma limitandoci ai mali di casa nostra è inevitabile notare come gli orrori francesi mettano in luce  la sconsiderata perniciosità di progetti come lo “ius culturae”.

Neppure una sistema scolastico come quello della “Republique” – progettato  per plasmare  i figli  dalle  ex-colonie   e trasmettere loro ideali  laici e secolaristi    – ha impedito l’adesione al fanatismo jihadista  dei   fratelli  Kouachi,  del ceceno Anzorov e di  decine di migliaia di figli delle “banlieu” ben più sensibili  ai precetti  appresi da  famigliari e predicatori islamisti. Alla luce di quei  fallimenti c’è  dunque da chiedersi quali cittadini potrebbe  restituirci, dopo soli cinque anni di frequenza,  un sistema scolastico italiano già menomato dalla decennale infiltrazione di una sinistra attentissima a mettere al bando qualsiasi d’ insegnamento capace di  garantire la formazione di identità e sentimenti nazionali. Dunque attenzione perchè le ricette  di Zingaretti e compagni rischiano di rivelarsi la  scorciatoia più breve per sperimentare gli orrori dell’Islam separatista. Orrori da cui ci siamo fin qui salvati grazie ad una presenza musulmana ben più ridotta di quella francese. Ma da cui, ricordiamocelo, non siamo assolutamente immuni.

Tags: FranciaIslamPartito Democraticoterrorismo
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