Mi sono accodato allo zapping delle dirette del giubileo della regina Elisabetta II, fra il TG1 e il TG4, con commentatori italiani in studio: uno spettacolo persino più brutto del concerto della sera precedente. Al concerto, Andrea Bocelli che tanto per essere originale intona (come sempre, per modo di dire) “Nessun dorma”, quel che resta dei Queen che trascorso il trentennale dalla morte di Freddie Mercury non hanno ancora smesso di agitarne lo spettro, Alicia Keys che urla, la rediviva Diana Ross e Rod Stewart che al solito si agita per compensare il fatto di cantare senza essere un musicista, una brutta sfilata di cantanti d’oggi (Craig David, George Ezra, e per finire l’orrendo Ed Sheeran, plagiatore seriale e cantore della mediocrità compiaciuta).
A seguire la sfilata, per Mediaset: Antonella Boralevi che blatera le solite banalità da post-sessantottina super-conformista ma, da brava privilegiata, accomodatasi in salotto (che belli gli anni ‘60, la rottura delle tradizioni, delle etichette, della famiglia, quanto eravamo ribelli noialtri che abbiamo mandato tutto all’aria per fare i ribelli telecomandati e poi tornarcene a cuccia a fare i nostalgici), Antonio Caprarica che elargisce scempiaggini su Giorgio VI, Churchill e i nazisti pur senza avere la minima idea di cosa sia stata la Seconda Guerra Mondiale, dopo aver addirittura detto che l’era elisabettiana della regina in questione non teme il confronto con quella cinquecentesca, della regina Tudor (per carità: il teatro elisabettiano, la fondazione di colonie americane e della Compagnia delle Indie, la battaglia contro l’Armada spagnola, l’epopea di Giordano Bruno vanno messe allo stesso livello di puttanate come la Swinging London, la volgarissima telenovela di Lady Diana e quella persino più sordida di Meghan & Harry), Lavinia Orefici che racconta dettagli della famiglia reale come se fossero questioni serie; per la RAI: le solite invettive – sempre accesissime, sempre enunciate con la bava alla bocca, sempre a senso unico; mai argomentate, mai basate su di un minimo fondamento, mai portate in un dibattito – contro la Brexit. Intanto, su RAI3, si chiedeva ad Ascanio Celestini e Corrado Augias di commentare la guerra russo-ucraina.
Nell’ultimo paio d’anni ho visto più film horror di quanto abbia mai fatto prima, eppure nessuno di essi mi ha procurato incubi. Credo che queste trasmissioni suppliranno tale mancanza.
Auguri regina Elisabetta II, ultima testimone di quando la regalità era tale, prima di scadere nella trivialità dei qualunquisti che smaniano per la normalizzazione della nobiltà. Apparentemente immortale, l’ultima autentica regina d’Europa ci lascerà soli con tante piccole Diana Spencer e Meghan Markle: e ci chiederemo allora, non era meglio quanto i reali avevano una dimensione mitica, quando erano i custodi d’una nazione e non le figurine al centro dei pettegolezzi d’un Caprarica qualsiasi?