La resa dei conti con lo Stato fu deciso agli inizia degli anni ’90. Fu allora che i boss lanciarono la loro sfida alla politica che non riusciva più a dare risposte ai loro diktat. “Nel ’91 partecipai alla famosa riunione della resa dei conti di Cosa nostra dove si decise l’eliminazione dei politici ritenuti inaffidabili, come Lima, i Salvo, Mannino, Vizzini e Andò, e i magistrati ostili come Falcone e Borsellino” ha confermato questa mattina il pentito di mafia Nino Giuffrè, deponendo al processo sulla trattativa Stato-mafia. L’ex boss ora testimone di giustizia ha raccontato della dichiarazione di guerra pronunciata dal boss Totò Riina in una drammatica riunione della Commissione. Giuffrè ha anche raccontato che dal 1987 la mafia spostò i suoi voti dalla Dc al Psi e ai Radicali. “Dopo la riunione – ha aggiunto – iniziò una politica di aggressione a chi veniva considerato un traditore”. La riunione della “resa dei conti” avvenne a dicembre del 91, poco dopo la cassazione confermò gli ergastoli del maxiprocesso. “Fu la goccia che fece traboccare il vaso”, ha detto Giuffrè. “Ma già a dicembre si vociferava – ha aggiunto – che la sentenza sarebbe andata male”.
ilsitodipalermo.it, 21 novembre
ALMIRANTE E TUTTO IL MSI-DN DEFINIRONO IMMORALE ED ABERRANTE LA LEGGE SUI PENTITI.
OGNI ALTRO COMMENTO SAREBBE INUTILE ANCHE PERCHE’, LE PSEUDODESTRINE OGGI PRESENTI NON AVREBBERO IL CORAGGIO DI PROMUOVERE UN REFERENDUM ABROGATIVO DI SIFFATTA MOSTRUOSITA’ GIURIDICA.