“Inaccettabile ed incomprensibile”. Così il presidente di Confindustria Campania Costanzo Jannotti Pecci definisce la posizione del presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, responsabile, per il rappresentante degli industriali campani, di non aver puntato sui porti del Mezzogiorno per sviluppare il progetto della “nuova via della seta” promosso dal governo di Pechino. E’ un vero e proprio j’accuse quello di Jannotti Pecci nei confronti del premier italiano. Un attacco che arriva all’indomani del vertice in Cina cui hanno perso parte ventinove leader mondiali, con l’Italia come unico paese del G7 ad essere presente.
Nuove rotte di sviluppo – La nuova via della seta altro non è se non un progetto, lanciato nel 2013, dal governo di Pechino per la creazione di rotte commerciali, tanto terrestri che marittime. Obiettivo principale trovare nuovi mercati di sbocco per la sovrapproduzione industriale cinese, ma anche dare vita a progetti di collaborazione scientifica ed industriale, oltre che a partnership per la realizzazione di grandi opere infrastrutturali nei paesi meno sviluppati attraversati dalla nuova via della seta. In questo progetto l’Italia è chiamata a svolgere, tra l’altro, il ruolo di punto di collegamento tra le rotte marittime e terrestri e fungere da porta d’accesso verso l’Europa. Una partita complessa, da giocare sul fronte della portualità in competizione con la Grecia, in particolare con il porto del Pireo. Scalo, quello ellenico, in grado di accogliere navi di maggiori dimensioni rispetto a quelle che possono approdare nei porti italiani. Di qui gli investimenti, anche grazie a capitali cinesi, nei porti di Genova e Trieste. Anche lo scalo di Venezia dovrebbe essere della partita, mentre nessun ruolo sembra essere riservato ai porti del Mezzogiorno.
Sud assente – E proprio l’esclusione degli scali marittimi delle regioni meridionali da questo ambizioso, ma potenzialmente ricchissimo, progetto ha provocato le rimostranze di Confindustria Campania. “La scelta di escludere deliberatamente tutto il Mezzogiorno del Paese –dice Costanzo Jannotti Pecci- ci appare incomprensibile attesa la posizione strategica rispetto alle rotte commerciali in questione e attesi i valori relativi alla movimentazione dei container che, in particolare, per il porto di Napoli risultano pressoché uguali a quelli di Trieste e di poco inferiori a quelli di Genova, i porti che, insieme a Venezia, sono stati citati dal premier come l’unica offerta di portualità italiana da mettere a disposizione per il piano”. Per il presidente di Confindustria Campania l’esclusione dei porti meridionali dal progetto è tanto più incomprensibile in quanto molte regioni meridionali sono “ricomprese nel Corridoio Scandinavo–Mediterraneo previsto dalle Reti TEN che sembrerebbero, dalle dichiarazioni del nostro premier Paolo Gentiloni, essere alla base della individuazione dei porti italiani da ricomprendere nel piano in questione”.