«Perché Grillo non lotta insieme a noi contro l’Europa? Voi italiani ormai dovreste averlo capito. È solo un opportunista».
A differenza dell’italiano che le ha detto «no» rifiutando di allearsi con lei a Bruxelles la signora Marine Le Pen è convinta di esser la portabandiera di un’alternativa capace di cambiare non solo la Francia, ma l’intera Europa. E la decisione di aprire la campagna elettorale per le europee del 25 maggio in questo piccolo villaggio di pescatori del dipartimento della Somme, nell’estremo nord della Francia, è il simbolo di questa convinzione. La figlia d’arte diventata la leader incontrastata del Front National e la grande intrusa della politica francese stringe le mani ai pescatori, abbraccia le ragazze all’uscita del bistro, ascolta una a una le bionde signore galliche venute a raccontarle i loro problemi.
«Sono qui perché i pescatori come chiunque svolge un mestiere tradizionale, sono le grandi vittime dell’Europa. I pescatori e i cacciatori a differenza di quanto raccontano da anni gli euroburocrati di Bruxelles non sono i nemici dell’ecosistema, ma i loro grandi difensori, anche perché loro campano di quello. Le cosiddette normative ecologiche di Bruxelles li hanno gettati sul lastrico e ci stanno condannando a vivere in un continente malato».
Uno sguardo irriverente e un sorriso divertito sottolineano ogni cavalcata politicamente scorretta di questa donna terremoto decisa a far tremare la Francia. «Sono qui per vincere – spiega al Giornale – sono qui per cambiare questo Paese. A queste elezioni prenderemo tra il 23 e il 25 per cento dei voti. Ma non ci fermeremo qui. Tra dieci anni saremo al potere e allora cambieremo veramente la Francia». Eppure quella in cui si muove oggi è la quintessenza della Francia. Qui si vende il sidro, qui i tra i campi di mimosa e i tetti di ardesia campeggiano i monumenti ai caduti di una battaglia carneficina simbolo della resistenza ai tedeschi durante la prima guerra mondiale.
Ma è proprio questa Francia profonda che Marine vuole risvegliare. La Francia dei contadini, degli operai, dei pescatori. La Francia senza voce e senza più lavoro. La Francia sfiduciata ritiratasi a covar rabbia dietro queste facciate di mattoni ancora pulite e dignitose. «Crediamo in te perché sei diversa dagli altri politici, sei una di noi» – le urla Valery sporgendosi dal banco di una pescheria su cui campeggiano cozze, gamberi e molluschi rimasti invenduti a pomeriggio inoltrato. Marine le afferra la mano. Sorride ai pochi giornalisti. «Ormai siamo gli unici a rappresentare chi è stato abbandonato dalla politica e dal grande capitale, chi viene scaricato perché non garantisce profitti, chi viene abbandonato perché non è funzionale all’Europa. Per questo pur di farci tacere le provano tutte. Provano a chiamarci razzisti, provano a metterci addosso la caricatura degli estremisti di destra, ma la verità è che hanno paura di noi perché siamo i soli a minacciare il sistema e l’Unione Europea. Grazie ai nostri successi e a quelli dei nostri alleati, come Geert Wilder in Olanda, a Bruxelles nascerà uno schieramento decisivo, una minoranza in grado di bloccare e contrastare tutte le decisioni dell’Europarlamento».
Il Giornale, 29 aprile 2014
Marine, l’Unica Speranza per l’Europa dei Popoli liberi contro l’Alta Finanza.
Ma vederete, qualche ascaro dei poteri forti cercherà di farla fuori.
Brava Marine! Chiara sull’immigrazione; non come i
politici nostrani di destra (?) che si limitano a balbettare (basta vedere il quindicesimo punto del programma di FdI-AN (intitolato Nuovi italiani: etc.)
Daniele