Rivolgo i miei auguri di buon lavoro al neo ministro degli Esteri conte Paolo Gentiloni. Un uomo intelligente, sicuramente superiore alla modesta signora Mogherini che Renzi ha spedito subitamente fuori alle scatole (in Europa non potrà fare troppi danni, poichè nulla pesa…).
Ma il buon Paolo (persona cortese e gradevole) notariamente, è non proprio famoso per la sua determinatezza. Anzi. Apprendere perciò che la sua ‘politica estera «sarà in continuità con il governo precedente» non mi fa nutrire nessuna speranza per la posizione internazionale dell’Italia, per i rapporti complicati con Bruxelles e con Mosca e, soprattutto, per la drammatica questione di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre.
Passano gli anni, passano gli inviati speciali e passano i ministri (passerà anche Gentiloni, prima o poi) ma nessuno ha considerato e considera una priorità la vicenda dei due maro’ e il contezioso con l’India. Ovviamente spero d’essere presto smentito dal conte Gentiloni. Sarò il primo a congratularmi con lui il giorno che i nostri marò usciranno dall’incubo.
Gentile Ministro, personalmente non credo che i comunisti siano interessati al rientro dei Marò. Troppi giochi politici in ballo, troppi interessi. Non molto tempo fa, mentre i due erano incarcerati laggiù, l’Italia ha aperto una linea diretta di voli Roma-Bombay. Non dimentichiamo poi che in India sguazza la FIAT, la stessa azienda che a nome del suo AD, a braccetto con Renzi, sta decidendo le sorti dei lavoratori, con un ricatto bello e buono: o me li fai licenziare o porto l’industria in Canada! Tanto prima o poi lo farà comunque.
E’ evidente che l’India stia ricattando l’Italia. E’ indiscutibile che vogliano qualcosa, altrimenti non si spiegherebbe questa assurda ingiustizia umana e legale, neppure alla luce della lenta e contorta burocrazia indiana. Quello che noi Italiani non capiamo è cosa vogliano i comunisti, cosa vogliano al governo, a che gioco giochino con la vita di due innocenti. Senza un atto di forza i due resteranno a morire lì.