Vuole un’Italia protagonista in Europa, il deputato di Fratelli d’Italia Massimo Corsaro: “Basta andare con il cappello in mano, non ci considerano”. Sul referendum in Veneto fa autocritica “è un segnale di malessere da tenere in considerazione, il centro-destra non è riuscito a realizzare quanto promesso”, mentre su Storace esprime forti dubbi: “Forse la voglia di ricostruire la destra serviva ad per ottenere la simpatia di qualche altro partito”.
Domani l’ultimo appello a Storace in vista delle Europee?
«Noi abbiamo fatto un percorso molto lungo e alla luce del sole. Dalla Costituzione del soggetto politico Fratelli d’Italia all’officina, dalla richiesta di poter disporre del simbolo di An alle primarie, fino al Congresso di Fiuggi. Con questo percorso volevamo dare un segno tangibile di apertura a tutte le realtà che venivano dal mondo della destra. Altri fino a oggi sono rimasti fermi alle loro condizioni di contrattazione iniziale, il che mi dà da pensare che probabilmente non ci fosse quello spirito di riunificazione che noi abbiamo dimostrato. Domani sarà l’ultima chiamata. Se poi qualcuno si vuole arroccare sulla sua posizione forse questa volontà di ricostruire la destra era solo un modo per ottenere qualche facile simpatia da spendere in qualche partito che nella collocazione a destra ci sta un po’ poco».
Veneto sulla scia della Crimea. Che segnale rappresenta il referendum per chiedere l’indipendenza?
«Evidentemente non ha nessun crisma di costituzionalità e di ufficialità. E’ un segnale che un percorso e una stagione lunga, ad esempio per quanto riguarda il federalismo, hanno lasciato il tempo che trovano. Nel centro-destra bisogna saper fare autocritica e dire che le trasformazioni che ci eravamo impegnati a realizzare non le abbiamo portate a compimento e oggi c’è diffusa la sensazione che le istituzioni non sappiamo dare le risposte alle reali esigenze dei cittadini. E’ un segnale di malcontento da tenere nella dovuta considerazione. Dopo di che è evidente che io sono culturalmente, prima che politicamente, profondamente contrario a ogni logica di rottura del concetto di unità nazionale».
Passano gli anni ma in Europa siamo ancora alle risatine nei confronti dell’Italia.
«Quando ci furono altri sorrisi vennero usati strumentalmente dalla sinistra. Io non sono contento delle ennesime risatine perché Renzi è di sinistra e credo che queste speculazioni siano assurde. E’ grave che dall’istituzione che sta imponendo all’Italia una rigidità di vincoli, che non sono confacenti a una situazione di crisi finanziaria, arrivino queste manifestazioni di scarsa considerazione. E’ arrivato il momento che l’Italia renda la pariglia e non vada sempre a Bruxelles con il cappello in mano. C’è un modo diverso di stare in Europa, che poi è il modo di francesi e spagnoli che sforano il 3% di deficit e lo comunicano, non lo chiedono. Per noi in questo momento il fiscal compact è inapplicabile e dobbiamo comunicarlo all’Europa. Se si vuole essere protagonisti di un rilancio continentale bisogna cambiare le regole generali a partire dalla revisione del ruolo della Banca Centrale Europea».
Renzi in Europa meglio dei governi di centro-destra?
«Purtroppo il governo di centro-destra è stato, e sono il primo a riconoscerlo, incapace di gestire con autorevolezza la presenza in Italia in Europa. Non per questo mi auguro che chi è venuto dopo di noi compia il nostro stesso errore. Sarebbe drammatico se l’Italia continuasse ad avere un atteggiamento di sudditanza e di dipendenza da parte di un’Europa che non ci considera».
Intelligonews, 21 marzo 2014
Ma perché dobbiamo rimanere nell’UE? (Sbagliare è umano, perseverare…).Qualcuno può spiegarmi cosa ci guadagnamo (cosa ci abbiamo guadagnato fino ad ora) a rimanere nella UE? In particolare qualcuno mi sa dire cosa va meglio in Italia da quando è stato introdotto l’euro?Se non ci considerano, se fanno le risatine e se non ci guadagnamo niente usciamo dalla UE.Daniele
FDI + LA DESTRA = DUE DEBOLEZZE NON FANNO UNA FORZA