Premesso di essere stato da sempre critico sul leghismo e di non condividere un “iota” delle scelte di Salvini, egolatra al pari di Berlusconi, vanno reputate inaccettabili la santificazione dell’idea di Europa e il clima assembleare prospettato da Mattarella nella tradizionale cerimonia del “Ventaglio”.
A dispetto della sua posizione religiosa, mai nascosta ma mai ostentata, a differenza di altri personaggi democristiani (Andreotti e Moro), è stato ben lontano dal monito di Gesù: “sia invece il vostro parlare “sì, sì, “no no”, il di più viene dal maligno”. Ha abbondato in sottintesi, sin dalla criptica affermazione, allusiva di un deleterio clima assembleare: “Le istituzioni di governo hanno bisogno di un clima di fattiva collaborazione, lungi dalla conflittualità per poter assumere decisioni tempestive per la vita del Paese”.

Sul tema europeo ha raggiunto il culmine dell’enfasi, riprendendo il principio dell’unanimismo , quanto mai discutibile, al limite del feticismo: “è di importanza capitale non essere isolati” e “non c’è futuro fuori”. Il presidente ha perduto l’occasione, l’opportunità di esortare ad una più viva partecipazione dei cittadini al voto, così da dare un senso democratico autentico. L’astensionismo è di volta in volta crescente con il risultato concreto ma sottaciuto di percentuali pesantemente sovradimensionate rispetto al reale.
Sulla linea dell’”inquilino del Quirinale” , in implicita e scontata sintonia, si è mosso Sabino Cassese con l’editoriale “In Europa da soli non si vince”, in cui viene offerto, tra l’altro, immeritato spazio ai vecchi vessilliferi della sinistra arida e presuntuosa. Ben diversamente accettabile, salvo la valutazione sull’autonomia, come molte, miope, risulta l’intervento della presidente del Senato. La Alberti Casellati non ha nascosto gli errori, i ritardi e la spocchia mai perduta e confermata anche dai rappresentanti neoeletti, dell’Europa, che ha rinunziato “a svolgere quel ruolo di protagonista che la sua storia e la sua rilevanza sugli scacchieri internazionali le assegnano”.
Nel discorso pronunziato a palazzo Giustiniani per l’inizio del periodo feriale, la senatrice veneta non si accorta come, ahimè, la quasi totalità degli esponenti politici del centro – “destra”, dei rischi contenuti nel progetto dell’”autonomia differenziata”, preludio, considerate le allarmanti affermazioni espresse dagli esponenti lombardo – veneti, di un progressivo svuotamento della presenza del potere centrale, e di una incontenibile polverizzazione /annientamento dello Stato per l’immancabile spinta imitativa delle regioni, al momento estranee ed in attesa degli eventi.
Sul drammatico sacrificio del vicebrigadiere Mario Cerciello, nessuno ha rammentato agli scandalizzati americani, oltre la paradossale vicenda di Perugia, le vittime del Cermis, uccise dal protagonismo bullesco di piloti yankee, e le centinaia di migliaia di inermi italiani di ogni età, caduti sotto i devastanti bombardamenti dell’ultimo conflitto.