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Memorie/ Novant’anni fa da Trieste si levava il primo volo commerciale italiano

di Marco Valle
2 Aprile 2016
in Home
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Memorie/ Novant’anni fa da Trieste si levava il primo volo commerciale italiano
       

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Primo aprile 1926. Trieste. Dal molo Audace si alzava leggero, leggero nel cielo del golfo l’idrovolante Cant 10, il primo volo commerciale dell’aviazione civile italiana. Destinazione Torino, parco del Valentino.

Un’era nuova si apriva con i colori della SISA, Società italiana servizi aerei, la “madre” di tutte le linee aeree nazionali.  Merito dei fratelli Cosulich, i rocciosi quanto geniali imprenditori di Lussinpiccolo, fondatori del Cantiere navale triestino e delle Officine Aeronautiche che diveranno i Crda ovvero nei Cantieri riuniti dell’Adriatico.

«L’avventura – racconta lo storico Carlo D’Agostino – iniziò dai primi timidi e avventurosi voli con alcuni Fba, piccoli e traballanti idrovolanti, residuati della prima guerra mondiale, e culminò con i velivoli appositamente progettati dall’ingegner Raffaele Conflenti: il “Cant 10”, monomotore da quattro passeggeri, e il “Cant 22”, trimotore da dieci passeggeri. A precederli, però, ci furono il “Cant 7” per la scuola di volo e il “Cant 18” per l’addestramento più impegnativo».

Risultato: la Sisa chiuse il primo anno d’attività con 575 collegamenti effettuati, 1.589 ore di volo, 238.262 chilometri percorsi, 1.588 passeggeri e 13.470 chilogrammi di merci e bagagli. Nacquero poi nuovi collegamenti aerei: Zara-Ancona-Venezia, Trieste-Fiume-Zara, Trieste-Brioni-Venezia, Trieste-Venezia-Pavia-Genova e ancora Ancona-Zara, Fiume-Abbazia-Brioni-Venezia. Un successo pieno che, nel 1933, convinse Mussolini — su suggerimento di Balbo — a dar vita a un’unica compagnia aerea nazionale. «Il 1° maggio del 1934, alla presenza di tutto il personale riunito a Trieste dinanzi all’hangar in ferro realizzato pochi anni prima, il presidente – racconta ancora D’Agostino – salutò tutti i collaboratori, mentre la bandiera della Sisa scendeva dal pennone dell’hangar per essere sostituita da quella della Sam, ovvero la Società aerea mediterranea che avrebbe poi assunto il nome d’Ala Littoria». Grazie a quell’esperienza, nel dopoguerra nascerà la LAI, Linee aeree italiane, e poi Alitalia, sino agli anni Settanta una delle migliori compagnie del mondo.

Un’anniversario importante. Da ricordare con giusto orgoglio e un po’ di amarezza. Oggi la nostra ex compagnia di bandiera parla arabo.

 

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Tags: aeronauticaCosulichSisastoriaTorinotrasportitrasporti aereiTrieste
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Commenti 1

  1. Roberto Stocchetti says:
    7 anni fa

    Il I aprile 1926 avvenne l’inaugurazione ufficiale della linea aerea nazionale N. 1, con la partenza simultanea di quattro CNT Cant. 10 ter verniciati colore argento: I-OLTD ed OLTC da Trieste, pilotati dal direttore della S.I.S.A. Luigi Maria Ragazzi e da Antonio Majorana, e dai due I-OLTB ed OLTF da Torino, pilotati da Mario Ceroni e Bruno Paseoletto.

    A dare solennità alla cerimonia c’era lo stesso primo ministro Mussolini, che presenziò all’idroscalo di Pavia all’arrivo degli aerei dai due capolinea.

    Date le sfavorevoli condizioni atmosferiche a Trieste, la partenza degli idrovolanti avvenne da Portorose, base della S.I.S.A., dove autorità e giornalisti confluirono in automobile. Per la presenza di forte bora e dello stato del mare, infatti, fu considerato pericoloso avvicinare gli idrovolanti alle Rive a Trieste per imbarcare i passeggeri, quantunque i Cant. 10 ter potessero operare in condizioni di mare agitato. L’inaugurazione avvenne non senza inconvenienti: un motorista rimase leggermente ustionato per il distacco di un tubo di benzina del motore di I-OLTD ed un solo velivolo riuscì a raggiungere la sua destinazione prima di sera. I-OLTF sostò quella notte a Venezia, a causa del ritardo accumulato per attendere a Pavia l’incontro con gli idrovolanti provenienti da Trieste, per ripartire per Trieste l’indomani; I-OLTC ed OLTD furono fermati a Pavia da leggere avarie; il solo I-OLTB riuscì a compiere l’intero percorso raggiungendo Trieste prima dell’oscurità.

    Superate le difficoltà iniziali, i voli di linea si susseguirono regolari con cadenza trisettimanale a giorni alterni nei due sensi. L’intero percorso di 575 km era coperto in tre ore e 1/2 effettive di volo. Il 17 giugno 1926 i collegamenti diventarono giornalieri. La linea N.1 restava aperta al traffico da aprile ad ottobre; dal 15 ottobre restava in esercizio il solo tratto Trieste-Venezia, con due corse giornaliere, causa le nebbie invernali della pianura Padana.

    Giancarlo Garello, Decio Zorini, Le Officine aeronautiche CANT 1923-1945, Aeronautica Militare, Ufficio Storico, Roma 2003, pag. 35/36

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