Mentre l’Europa continua a sostenere la soluzione “guerra ad oltranza” – a traino di Gran Bretagna, Polonia e baltici – numerose cancellerie lavorano silenziosamente al fine di raggiungere una soluzione diplomatica al conflitto in Ucraina. Agli sforzi cinesi e vaticani si aggiunge oggi il tentativo diplomatico di sei Paesi africani. Ad annunciarlo è il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa, che ha dichiarato di aver già sentito i presidenti russo ed ucraino nei giorni scorsi. “I due leader – ha detto Ramaphosa – hanno concordato di ricevere la missione e i capi di Stato africani, sia a Mosca che a Kiev. Ho presentato l’iniziativa a nome dei capi di Stato africani di Zambia, Senegal, Congo, Uganda, Egitto e Sudafrica”.
L’annuncio del presidente sudafricano arriva all’indomani della sua sortita in merito alle “straordinarie pressioni” che vengono esercitate sul suo Paese perché abbandoni la linea di non allineamento sul conflitto ucraino. Fin troppo evidente l’origine delle pressioni esercitate su Pretoria. Ramaphosa ha ribadito che non ci saranno cambiamenti nella politica estera sudafricana, considerato che la guerra in corso è “una sfida di fatto tra Russia e Occidente”.