A Milano la crociata contro gli automobilisti ha raggiunto vette inenarrabili. Una crociata persecutoria e ideologica per impedire l’uso dell’auto a chi ne ha bisogno e non può farne a meno. A farne le spese il ceto medio, gli artigiani, i professionisti, tutti coloro che lavorano.
Premiati i ricchi che continueranno a fare shopping come vogliono, nel centro cittadino ormai divenuto feudo del PD.
Dal 1 ottobre il sindaco Sala ha vietato la circolazione in città a tutte le auto diesel fino ad Euro 5; i proprietari di queste macchine, di solito appartenenti al ceto medio che lavora, si sono visti costretti a venderle ed ad acquistarne di nuove a benzina. Naturalmente la forte richiesta ha messo in difficoltà i concessionari di mezza Lombardia, impossibilitati a soddisfare in tempi rapidi la domanda degli automobilisti; così può accadere che chi ha richiesto un’auto a giugno ancora oggi attenda di poterla guidare. Per chi deve affrontare il caro bollette una spesa come questa è un’ulteriore mazzata. La Regione nel frattempo ha messo a disposizione una specie di scatola nera che permette di circolare ancora per 4000 chilometri con la vecchia auto. Ma anche questo espediente si sta esaurendo e molti automobilisti si vedono recapitare improvvisamente un messaggio che li avverte che i km sono esauriti e devono immediatamente abbandonare la propria macchina; in modo perentorio, quasi fossero dei pirati della strada con la patente ritirata.
Intanto l’ineffabile sindaco ha portato il limite di velocità nelle strade cittadine a 30 km all’ora; sfido chiunque a riuscire a non infrangere tale divieto. Ed infatti i primi a superare sistematicamente i 30 all’ora sono gli autobus cittadini; gli autisti Atm, con buon senso, guidano come sempre e non generano alcun ritardo sui mezzi pubblici. Rispettare i 30 all’ora significa trovarsi subito addosso da dietro qualche automobilista che ti fa i fari e ti assorda col clacson. Voglio vedere un vigile che ferma un automobilista perché andava a 35 all’ora!
Il compagno Sala ha deciso inoltre di moltiplicare le ciclabili e questo sarebbe anche accettabile se non avvenisse a dispetto di ogni logica. Per realizzare le ciclabili sono partiti lavori in molte vie dove le biciclette passavano senza problemi; emblematico il caso di via Vespri Siciliani una piccola strada dove la convivenza tra automobilisti e ciclisti era tranquilla, essendo il traffico scarso e a velocità ridotta. Ora la strada è stata sventrata da mesi, i parcheggi sono ridotti al minimo e due ristoranti, già sopravvissuti al lockdown, hanno dovuto chiudere. Dove le ciclabili già esistono nasce un nuovo amletico dilemma: sono tutte a senso unico, con logica a capocchia, un po’ verso il centro un po’ no: ma questo senso unico va rispettato? Per metà dei ciclisti no e costoro pedalano come gli gira, l’altra metà percorre la strada correttamente e quindi le bici te le trovi ovunque.
Arriviamo al parcheggio; la carenza è ormai endemica, trovare un posteggio è impresa biblica a Milano. Così chiunque debba percorrere una distanza da A a B, mettiamo due chilometri, in realtà passa anche da C a D prima di posteggiare; tutto ciò porta ad un consumo notevole di benzina ed ad un inquinamento ulteriore, proprio quello che si voleva evitare. Se alla fine ricorri ad un parcheggio non proprio in regola, non è che la Polizia Locale chiuda un occhio, anzi talvolta è persecutoria. Nel verbale di una multa mi è toccato leggere che “il contrassegno esibito è FORSE una fotocopia”. Così fosse, ben altro reato andrebbe contestato all’automobilista; in realtà il contrassegno era autentico e l’agente verbalizzante avrebbe dovuto essere denunciato per diffamazione.
Un Comune, a rigor di logica, dovrebbe garantire un numero adeguato di parcheggi a chi circola e sanzionare chi posteggia in modo disordinato. Non si può costringere l’automobilista alla sosta vietata perché materialmente impossibile il parcheggio e poi sanzionarlo.
Un altro problema riguarda i monopattini e le bici elettriche; vanto del sindaco, che vorrebbe Milano come Pechino, da buon compagno, sono in realtà pericolosissimi perché silenziosi e più veloci di quanto un pedone o automobilista possa percepire. Il codice della strada è per molti un optional e l’uso del casco si adegua al concetto.
Il sindaco è convinto che coloro che usano il monopattino portino ad un numero ridotto di automobilisti; in realtà sono in gran parte utilizzatori di mezzi pubblici riversati sul normale traffico cittadino.
Il compagno Sala intanto ha aumentato il costo del biglietto del tram e del metro. Da 2 euro a 2,20. Alla gran parte dei cittadini la cosa non interessa più di tanto, continueranno a non pagare il biglietto sui mezzi di superficie; colpiti, come sempre, i pochi cittadini onesti, che continueranno a sorprendere gli altri viaggiatori al suono della obliteratrice.