Il passato non passa. L’odio non si estingue. Nemmeno quarant’anni dopo. A Milano sono tornati in azione i lugubri nostalgici degli anni di piombo, i vecchi “nuovi partigiani”. Rottami umani. Mentre la destra meneghina per una volta unita si appresta a ricordare una data terribile come il 29 aprile e commemorare il sacrificio di Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, vi è chi rilancia le manovre criminali dell’antifascismo militante, del terrorismo.
Nella notte sono stati colpiti ritrovi, sedi e una libreria è stata incendiata. Il fuoco ha devastato la Ritter incenerendo migliaia di volumi, tanti libri rari o introvabili, l’emeroteca, gli uffici. Un colpo duro per Marco e i suoi collaboratori, un’offesa imperdonabile all’intelligenza, alla cultura.
Per molti, moltissimi, la Ritter non è soltanto un luogo d’incontro o un esercizio commerciale, la Ritter è “la libreria”, un prezioso laboratorio di idee, uno spazio libero di confronto e ricerca. Accanto alla piena e totale solidarietà ai nostri “mastri librai”, è perciò necessario, doveroso, urgente contribuire alla ricostruzione e alla riapertura di quest’isola di buona energia. Con fatti solidi.
Ecco le coordinate: Ritter s.a.s. c/o Banca Sella
IBAN: IT24G 03268 01602 052184686560
Causale: “Soccorso alla Ritter”
È la miglior risposta che l’area anticonformista e politicamente scorretta — al d là delle sigle e delle diverse sensibilità — può dare ai piromani “democratici”, agli antifascisti più o meno militanti. All’odio e alla stupidità.