Iraq brucia nell’interminabile guerra civile. Sale a 76 morti il bilancio dell’attentato con un camion-bomba in un mercato di Sadr City, un’area a maggioranza sciita nel nord di Baghdad. Lo riferisce Sky News. I feriti sono almeno 200. L’Isis, aggiunge l’emittente britannica, ha rivendicato l’attacco.
L’attentato arriva in una fase cruciale. Il primo ministro, Haider al-Abadi, ha varato nei giorni scorsi un piano di riforme anti-corruzione e ha silurato il segretario generale del Consiglio dei ministri, Hamid Khalaf Ahmed, considerato un fedelissimo dell’ex premier Nuri al-Maliki.
Mentre i politicanti di Baghdad continuano a litigare tra loro, buona parte del paese è ancora nelle mani dei terroristi del c.d Stato islamico. Nonostante gli interventi aerei degli occidentali e dei loro alleati, l’esercito regolare armato dagli americani dimostra scarsa combattività (se non peggio) e le truppe del califfo tengono il terreno.
Gli unici ad opporsi sul serio all’Isis sono le milizie sciite filo iraniane, la piccola brigata cristiana e, soprattutto, le forze curde, ben organizzate ma invise alla Turchia di Erdogan. Allarma dunque la denuncia del ministero della Difesa tedesco. «C’è stato un attacco con armi chimiche» a sudovest di Erbil, ha riferito un portavoce, sottolineando che alcuni miliziani curdi hanno avuto problemi respiratori, mentre gli addestratori tedeschi, schierati al fianco dei pesherga, sono rimasti illesi. «Specialisti americani e iracheni sono in viaggio da Baghdad per appurare cosa sia accaduto», ha aggiunto il portavoce tedesco. Domandina cattiva: chi ha fornito ai fondamentalisti i letali gas?