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Myanmar/ Le forche dei golpisti di nuovo in funzione. Impiccati quattro oppositori

di Redazione
27 Luglio 2022
in Home, Mondi
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Myanmar/ Le forche dei golpisti di nuovo in funzione. Impiccati quattro oppositori
       

La giunta militare ha giustiziato quattro prigionieri politici che si opponevano al golpe del febbraio 2020: si tratta dell’ex deputato della Lega nazionale per la democrazia (Lnd) Phyo Zeya Thaw, il noto attivista Kyaw Min Yu, meglio conosciuto come Ko Jimmy, Hla Myo Aung e Aung Thura Zaw. I generali birmani, che hanno rovesciato il governo civile guidato da Aung San Suu Kyi, avevano condannato a morte i quattro uomini a gennaio di quest’anno e annunciato le esecuzioni a giugno, dopo che Phyo Zeya Thaw e Ko Jimmy avevano perso il loro ricorso. Sebbene le impiccagioni fossero ancora permesse con il precedente governo civile, era dal 1988 che non veniva eseguita la pena capitale.

A dare la notizia è stato Global News Light of Myanmar, il quotidiano della giunta golpista, secondo cui i quattro uomini avevano “dato direttive, preso accordi e cospirato per compiere atti terroristici”. La moglie di Phyo, Thazin Nyunt Aung, ha dichiarato alla Reuters di non essere stata informata riguardo l’esecuzione del marito, che secondo The Irrawaddy è avvenuta nella prigione di Insein a Yangon durante il fine settimana.

Phyo Zeya Thaw era un cantante hip-hop che ha scritto testi molti critici nei confronti dell’esercito; poi all’interno della Lnd è stato uno stretto alleato di Aung San Suu Kyi. Era stato arrestato a novembre per presunti atti di terrorismo.

Ko Jimmy era un veterano delle rivolte studentesche dell’88: aveva fatto parte di un movimento pro-democrazia chiamato Generation Students e per il quale aveva scontato più periodi in carcere (insieme all’attivista Ma Nilar Thein, poi diventata sua moglie). Era stato rilasciato nel 2012 e arrestato nuovamente a ottobre con l’accusa di aver nascosto armi e munizioni in un appartamento a Yangon. Su Hla Myo Aung e Aung Thura Zaw sono reperibili meno informazioni, ma pare siano stati accusati di aver ucciso una presunta informatrice della giunta militare.

Un certo numero di organizzazioni internazionali si erano unite ai gruppi locali nel condannare gli ordini di esecuzione della giunta. Perfino Hun Sen, il primo ministro della Cambogia, vicino al regime birmano e quest’anno presidente di turno dell’Associazione delle nazioni del sud-est asiatico (Asean), aveva chiesto al capo della giunta Min Aung Hlaing di “riconsiderare” e “astenersi” dall’eseguire gli ordini di esecuzione, dicendo che stavano causando “grande preoccupazione tra i membri dell’Asean e i suoi partner”.

Secondo l’Assistance Association for Political Prisoners, un gruppo di monitoraggio locale, dal colpo di Stato il regime ha ucciso più di 2mila civili e incarcerato quasi 15mila persone.

Fonte Asia News

Tags: Myanmarpena di morte
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