Quando eravamo giovani sognavamo la chiusura della Nato e il ritiro degli Usa dall’Europa. Nel segno dell’indipendenza nazionale e della sovranità. Tutto giusto.Volevamo un esercito europeo credibile, forte, autonomo. Capace d’opporsi e vincere il comunismo sovietico. Con Jean Thriart immaginavamo la musica «dei cingoli dei nostri carri armati rimbombare nelle campagne dell’Est, e le bandiere d’Europa sventolare su Varsavia, Praga, Budapest, Sofia e Bucarest». Sogni, appunto. Solo sogni. Splendidi sogni.
Le cose sono andate diversamente. Il Patto di Varsavia è svanito (fortunatamente) e la Nato oggi si estende ad Oriente. La guerra fredda è terminata e nuove guerre si annunciano. Altrove. L’unico dato certo è il ritiro militare degli Usa dall’Europa. Ma non si tratta di una vittoria. Washington ha deciso di risparmiare. La Terra di mezzo non interessa più. Non è più un crocevia strategico. I soldi vanno investiti altrove.
Per gli Usa il nuovo centro, la trincea è il Pacifico. Il nemico di domani è la Cina. Gli europei — sempre sotto schiaffo statunitense — debbono arrangiarsi e spendere per la loro difesa. Nel Mediterraneo e sul confine orientale. Contro i fondamentalisti dell’Isis e la Russia di Putin.
La confusione regna sovrana: i fondamentalisti sunniti sono armati e finanziati dal Qatar e dall’Arabia Saudita, Israele appoggia (contro ogni logica politica) i terroristi dell’Isis e la Russia è la sponda geopolitica del nazionalismo europeo. Ma l’Europa balbetta. Inciampa. Ma Bruxelles non è l’Europa…
Mentre i vari governanti trimpellano , gli Usa hanno altro da fare. Traslocano. Nel 2015 Washington chiuderà 15 basi centrali e una serie di strutture secondarie. In Gran Bretagna, nelle Azzorre portoghesi, in Germania, in Spagna.
In Italia cambierà poco o niente: va in naftalina una parte del deposito munizioni di Camp Darby a Pisa, l’ospedale militare militare di Vicenza verrà “riorientato”. Aviano resta pienamente operativa. La nostra sovranità resta mutilata e le forze armate italiane continuano a dimagrire. Matteo Renzi e la Pinotti applaudono. Il “grande fratello” d’oltreatlantico per il momento rimane. Ci “difende” e comanda. A casa nostra.