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Milano ‘arancione’: ad Oscar Giannino è vietato parlare

di Redazione
1 Dicembre 2011
in Home, Rassegna Stampa
6
Milano ‘arancione’: ad Oscar Giannino è vietato parlare
       

Una stretta di mano in pubblico con il separato in casa Stefano Boeri, parole fumose, come potrebbe altrimenti essere, sullo smog, e uno sguardo preoccupato in merito agli sviluppi delle inchieste contro la ‘ndrangheta del nord condotte da Ilda Bocassini. Il sindaco di Milano gioca a tutto campo; esterna, concedendo interviste a ‘La Repubblica’ e intervenendo con lanci d’agenzia ad hoc.

Ma dalla sua bocca, al momento, non è uscita una sola parola per condannare l’aggressione di cui è stato oggi vittima il giornalista Oscar Giannino, contestato a Milano mentre si accingeva a partecipare ad un convegno sull’economia organizzato all’Università Statale di Milano.

Tutto è accaduto tra le 15 e le 16.30 tra via Conservatorio e via Passione dove ha sede il dipartimento di Scienze Politiche presso il quale l’associazione universitaria di centrodestra ‘Azione Universitaria’ aveva organizzato un convegno sull’Euro.

Secondo quanto riferito dalla questura, quando il giornalista è giunto in taxi in via Conservatorio, alcuni studenti lo hanno contestato, tanto che la polizia gli ha consigliato di entrare
 da un ingresso secondario. Giannino è stato imbrattato da qualche uovo e salsa di pomodoro lanciati dai manifestanti, appartenenti ai collettivi studenteschi di sinistra e a qualche immancabile virgulto dei centri sociali. Giannino ha deciso a quel punto di andarsene. “Numerosi studenti – ha spiegato in seguito – hanno bloccato l’ingresso, apostrofandomi ‘buffone, padrone, fascista, distruttore dell’Università. Una bella doccia di pomodori pelati, qualche uovo. Nessuna possibilità di interloquire. La polizia, presente, mi ha cortesemente invitato a desistere. Così è stato. Questi i fatti. Nessun danno. Ognuno – ha concluso – giudichi se si debba arrivare a episodi del genere”.

Le forze dell’ordine, alla fine dell’incontro, hanno prima contenuto e quindi isolato i gruppi che si fronteggiavano. Sono stati attimi di tensione ma senza tafferugli e contusi.

Un episodio, non il primo, di asprezza del confronto politico che stride con l’immagine della ‘primavera continua’ tinta di arancione ammantata da Pisapia, che si spinge a vedere “rafforzato” il rapporto con la città. Su quale modello di città si riferisca l’inquilino di palazzo Marino è più che lecito dubitare, visto il clima – questa volta politico – che si respira a Milano. Un clima condito di un vetusto doppiopesismo tra i coccolati giovani dei collettivi e dei centri sociali e chi fa attività politica a destra, dentro e fuori l’università.

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Commenti 6

  1. alias wallace says:
    12 anni fa

    Oscar Giannino ha fatto male ad andarsene. Ha privato del suo contributo i partecipanti che lo aspettavano. La libertà si deve difendere.
    Non ci si deve arrendere davanti a dei pomodori quando la libertà di cui godiamo ad altri è costata la vita o almeno anni di carcere e torture. Che saranno mai dei pomodori?
    La rinuncia della vittima incoraggia i persecutori. Così si perde la libertà di parola.
    Non vale pensare che tanto in qualche talk-show potrà continuare a dire la sua. Ma cos’è più facile? Spegnere il microfono ad una voce fuori dal coro o impedirle di parlare fisicamente ad altri?
    Sarà più facile farlo sparire dalle telecamere dopo averlo già fatto sparire dagli incontri pubblici. Allora avremo già perso la libertà.

    A Oscar Giannino, i cui articoli ho letto sempre con grande interesse, va tutta la solidarietà sul piano umano, però come gesto pubblico ha sbagliato ad andarsene, secondo me.

    La polizia lo ha invitato a “desistere”. Forse gli agenti hanno pensato che non valesse la pena in quella circostanza Giannino si impuntasse per esprimere la propria opinione in una libera manifestazione (libera????). Non voglio assolutamente mancare di rispetto alle forze dell’ordine (ne ho in famiglia) ma mi è sembrato tanto un comportamento da sergente Garçia.

    Rispondi
  2. moncenisio128 says:
    12 anni fa

    Questo è quello che la sinistra intende per democrazia. La sopraffazione di chi non la pensa come loro. Mi viene da vomitare!!!!!!!

    Rispondi
    • Salvatore Raga says:
      12 anni fa

      Penso che questa masnada di comunistoidi bastardi, dementi, prepotenti e ignoranti, avrebbero bisogno di calci nel fondo schiena e non solo. Ma cosa si aspetta a reagire…???

      Rispondi
  3. Matteo B 89 says:
    12 anni fa

    Episodi del genere fanno capire che il problema non è mai stato Berlusconi. Anche senza di lui certa sinistra è sempre alla ricerca di un fantoccio da crocifiggere e a cui addossare tutte le colpe solo per sfogare la sua sete d’odio. Dimostrando, ancora una volta, la sua inadeguatezza a ricoprire incarichi di responsabilità in cui ci sia la necessità di costruire e non di distruggere.

    Rispondi
  4. Antonio luciani says:
    12 anni fa

    Il comunismo e’ morto ma i comunisti no!!! Meditate!! Da giannini,che stimo per l’originalita dei suoi giudizi e per la chiarezza dei suoi ragionamenti mi sarei aspettato maggiore determinazione nel voler partecipare all’incontro.

    Rispondi
  5. IL NAZIONALE says:
    12 anni fa

    I soliti comunisti che, godendo dell’impunità, possono fare quello che credono. E la magistratura…ha aperto un fascicolo per indagare?

    Rispondi

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