Tra qualche giorno sapremo se le misure previste da Mario Monti per fronteggiare la crisi economica saranno davvero “impressionanti” come le ha definite qualche tempo fa Angela Merkel. Lunedì 5 dicembre, al massimo l’indomani, sarà varato il pacchetto preparato dal governo e si farà finalmente chiarezza. Si fermerà così il tourbillon di voci sul tipo di tassazione e su quali saranno i beni o le categorie interessate dal mutamento e aumento della pressione fiscale.
Fino a qualche giorno fa, nella mischia del dibattito sulla manovra, Pierluigi Bersani alzava la bandiera della patrimoniale per dire “qualcosa di sinistra” ai suoi scomodi e rumorosi partner Di Pietro, Camusso e Vendola. Una posizione fortemente ideologica che serviva a tenere buoni i compagni di cordata. La cara, vecchia e rassicurante lotta di classe era la stella polare, la tassa sui ricchi il “sol dell’avvenire”. E nel perseguire e sostenere la tesi, il Pd era confortato dall’imbarazzo che avrebbe avuto il centrodestra ad avallare la reintroduzione della tassa sulla prima casa dopo aver abolito l’Ici pochi anni fa. Ma a scompaginare il programmino di Bersani e soci ci ha pensato il Popolo delle Libertà per voce di Ignazio La Russa.
Nel corso di una intervista televisiva a Sky Tg24, infatti, l’ex-ministro della Difesa ha sparigliato aprendo ad una “patrimoniale leggera” e dichiarandosi contrario alla riproposizione di una imposta sulla prima casa. Il ragionamento del coordinatore del Pdl in sintesi parte dalla constatazione che in Italia, a differenza di tutti gli altri Paesi, l’abitazione non è un lusso ma la prima forma di investimento e risparmio delle famiglie. Tassarla significherebbe colpire proprio l’elemento base della nostra società e la scelta potrebbe avere effetti depressivi per l’economia tali da annullare qualsiasi beneficio in termini di maggiori entrate. Non sarebbe scandaloso, invece, ha spiegato La Russa, prevedere una forma di tassazione sui patrimoni tanto più leggera quanto più estesa. La soglia oltre la quale dovrebbe scattare è il milione di euro e, secondo l’esponente del centrodestra, sarebbe vissuta senza drammi dai contribuenti.
La posizione espressa dal Pdl non soltanto ha spiazzato una sinistra sempre più a corto di idee e sull’orlo di una crisi di nervi, ma ha dimostrato ancora una volta che soltanto un grande partito moderato e interclassista ha la capacità e la credibilità per chiedere i giusti sacrifici senza lenti ideologiche e accanimenti terapeutici. La strada indicata da La Russa, a nostro parere, è quella giusta e può contribuire a recuperare quel consenso e quella sintonia con quella parte di elettorato moderato impaurito dalla crisi e disorientato dai recenti sviluppi politici.
Sono totalmente d’accordo con l’articolo di Giampiero Cannella;anche se è già stata perfettamente illustrata la ragione di una patrimoniale”leggera” al posto della reintroduzione dell’odiata ICI,voglio ugualmente aggiungere che chi si è comprato-con sacrifici e fatica durati anni e decenni-un’abitazione di residenza(non di lusso),non dovrebbe pagare più nulla poichè,e questo è ovvio,ha già pagato fior di tasse,imposte e contributi sul reddito che ha utilizzato per l’acquisto,e magari sta ancora pagando un pesante mutuo pluridecennale;inoltre,una casa dove si abita non solo non produce alcun reddito,ma al contrario,è causa di spese di ogni genere:dal condominio alle manutenzioni ordinarie e straordinarie,ecc.;tassare la prima casa è,oltrechè un’ingiustizia,anche un’idiozia,è deprimente sotto ogni aspetto,da quello economico a quello psicologico,ma tant’è,se c’è da far cassa a tutti i costi,sono sempre i soliti a dover pagare!
Ottimo!