
Il capitano di ventura che ha percorso itinerari impossibili dai sogni alla realtà, risorge a nuova vita nell’albo a lui dedicato, Sotto il sole di mezzanotte. Hugo Pratt, il fumettista, saggista e scrittore, il padre artistico del personaggio dei fumetti Corto Maltese scomparso a Losanna il 20 agosto del 1995, non ha fatto in tempo a veder nascere la nuova avventura che vede come protagonista “l’altro se stesso”. Chissà se riuscirà a dargli una sbirciatina: speriamo senza rimanere sbigottito per il piacevole omaggio e nulla più.
È molto difficile provare a bissare le vicende incredibili della sua creatura e, al tempo stesso, anche di un uomo, che ha consumato i vasetti di china, restituendoci la complessità del suo inconscio. Nel suo lascito, bisogna dargli il merito di essere riuscito a saldarlo indelebilmente alle sue storie, tratteggiate nelle nuvolette dai lineamenti fievoli ; voluti appositamente cosi per innescare nel lettore, le sequenze e le azione in cui tutti potevano far coincidere, una piccola e personalissima esperienza vissuta.
Nella trentesima saga di Corto Maltese, Sotto il sole di mezzanotte, edita da Rizzoli il 1 ottobre 2015, tutto il sublime grafismo del suo ideatore, le finezze a cui Pratt ci aveva abituato nelle sue ambientazioni e nei suoi personaggi che hanno oltrepassato i valichi onirici, sono riconoscibili ma, caratterialmente discontinui. È comprensibile che per l’autore Juan Díaz Canales e per l’illustratore Ruben Pellejero, sia stato complicato replicare ad una delle ballate di “Prattiana” memoria. Il talento inarrivabile non ha bisogno di improbabili sequel. Punto.
Figurarsi poi, quando si è deciso di inserire il racconto in un contesto quale è l’America del Nord del 1915. A fine lettura un pensiero mi è balenato per la testa: poiché Pratt, aveva una sensibilità spiccata che traduceva nella sua riproduzione, particolareggiata degli abitanti delle ‘terre emerse ’, l’ultima avventura di Corto è più vicina alla ricerca improbabile delle didascalie perfette, delle immagini, dei memorabilia e ricordi, che alla continuazione del ventinovesimo albo alla ricerca della mitica Mū.
Eppure, nell’albo sono presenti una folta schiera di cercatori d’oro, avventurieri, Inuit seguaci di Robespierre, e perfino la presenza insita e inseparabile di Jack London, che ha riposto totalmente la sua fiducia nell’amico Corto, affidandogli la consegna di un messaggio ai confini di un’ insolita Samarcanda; trascritta in America ed intrisa già all’ora di tensioni razziali. In pratica, c’è tutto quello che occorre per stimolare i sensi degli appassionati del marinaio più famoso del fumetto ?
Ancor prima dell’uscita di Sotto il sole a mezzanotte, su tanti siti e giornali che si occupano delle nuvole parlanti, era trapelata la notizia che Hugo Pratt, parlando con Domenique Petitfaux, l’autore dei libri “All’ombra di Corto” e “Il desiderio di essere inutile” (libro-intervista al grande veneziano), gli abbia detto queste parole: «Non mi disturba che un giorno qualcuno possa decidere di continuare le avventure di Corto Maltese». In realtà, con tutto il beneficio del dubbio, non è chiaro se davvero il fumettista scomparso abbia pronunciato davvero questa frase.
E se cosi fosse, non potremmo esimerci dal constatare che, quando si vuole dare retta a quella continuità ideale in campo artistico, c’è uno scotto da pagare. Quel sentimento che va oltre le strategie vere o presunte, finalizzate all’interesse di un settore editoriale: occorre metterci del proprio, evitando di conformarsi ad uno stile irripetibile. Chissà se il bàrba della Laguna, non volesse alludere proprio a questo.
Ruben Pellejero, Juan Diaz Canales
Sotto il sole di mezzanotte
Editore Rizzoli, 2015,
Ppgg. 109 – € 20.00