Con la presa di Khan Sheikhoun due giorni fa, è passata in mano all’esercito siriano il controllo della strada che collega Idlib a Hama. Nella provincia di Hama, ormai totalmente in mano al governo di Damasco, non resta alcuna presenza dei combattenti di Al Nusra. Secondo fonti locali, la riconquista segna l’inizio di un attacco che porterà alla liberazione di Idlib e di tutte le terre occupate al nord e al sud del Paese. La zona di Khan Sheikhoun è quella dove negli ultimi anni gli “elmetti bianchi” avevano diffuso le notizie sui famigerati attacchi al gas sarin contro i civili, e che secondo altre fonti erano notizie fabbricate.

La ripresa di Khan Sheikhun segna una svolta storica nei rapporti fra Damasco, Mosca, Ankara e Teheran. Fonti parlamentari siriane spiegano che fino ad ora Mosca aveva invitato alla calma la Siria, e ciò ha permesso ad Ankara di tergiversare per un anno, evitando di attuare il patto concordato ad Astana. Ora l’esercito siriano ha superato le linee rosse poste da Mosca per non turbare equilibri internazionali. Sulle colonne del quotidiano Teshreen si legge: “Mosca è un alleato e deve sostenerci e non più obiettare su ciò che va contro agli interessi siriani”.
La Turchia a sua volta 15 giorni fa ha inviato truppe di rinforzo ma l’esercito siriano non si è fermato e ieri è riuscito perfino ad accerchiare la base avanzata turca di Mork, a sud di Idlib. Tutto appare più come una guerra fra Siria e Turchia, e non fra Damasco e i mercenari di Idlib, sostenuti da Ankara e Doha.
Ieri la Radio siriana ha commentato: “La questione non è se Mork sarà evacuata, ma in quale modo avverrà”. La stessa fonte afferma che sono in corso fitte discussioni segrete fra russi e turchi per garantire una ritirata meno umiliante per Ankara. Altre fonti parlano di fuga di gran parte degli occupanti stranieri da Mork.
Secondo diversi analisti, la scelta di accerchiare Mork appare come una diretta risposta della Siria alla decisione turco-americana di creare una zona di sicurezza nel nord della Siria. La risposta di Damasco sembra essere: “E’ terra siriana e verrà liberata anch’essa”, invitando Washington e i curdi a non confidare troppo sulla resistenza turca in Siria.
Intanto l’aviazione russa bombarda ogni giorno postazioni e depositi di armi a Idlib. La Siria ha aperto un corridoio umanitario per permettere agli abitanti civili di fuggire dalle zone di combattimento garantendo loro protezione, aiuti logistici e sanitari ed immunità. Un lasciapassare che non vale per i responsabili di crimini di guerra.
Fonte Asia News