Aiuto! Gli ammiragli hanno perso la bussola e la Trebisonda, smarrito le mappe, perso il sestante. Non san più dove sono e navigano ormai su mari a noi sconosciuti. Parlando lingue misteriose….
Cosa sta succedendo a Palazzo Marina? Onda su onda, i nostri commodori han scordato che sui pennoni delle loro (e nostre) navi sventola il tricolore, una bandiera impreziosita dai simboli delle quattro italiche repubbliche marinare. Beccheggio dopo beccheggio, i navarchi nostrani si sono scoperti stranieri in patria e han deciso di reclutare nuovi e (a loro) più consoni equipaggi. Da qui, rollio dopo rollio, l’imponente campagna di reclutamento — manifesti giganti, locandine, spot…— al motto “Be cool and joint the Navy”… Non è (purtroppo) uno scherzo.
Probabilmente gli emuli capitolini di Nelson e Cook, stufi di marinai italiani, hanno voluto (pagando lautamente l’agenzia pubblicitaria) un messaggio emozionale forte. Stupidamente easy e very happy and very cool. Ottimo ed efficace per reclutare ciurme in Alabama e nelle Orcadi, nel Nuovo Galles o a Vancouver, magari pure a Tobago, nelle Nuove Ebridi o in India (tutti paesi anglofoni…)… “Be cool and joint the Navy”. Infatti.
Una sola domanda: perchè non offrire alle reclute, come ulteriore incentivo, una bottiglia di Rhum e “quindici uomini sulla bara del morto”? Le tradizioni (altrui) vanno rispettate. Peccato, già peccato che la Marina militare sia una forza armata della Repubblica e sulle navi (a quanto ci risulta) si parli ancora la lingua di Dante…
Robe da matti. Degne di capitan Trinchetto (i ragazzi dei Sessanta capiscono) o del capitan Findus. Scherzi a parte, questo scivolone comunicativo ci amareggia. Ci rattrista. Chi scrive è figlio e nipote di uomini di mare e ben conosce la professionalità e le capacità della nostra Marina. L’intervento nel disastro del canale di Otranto lo ha confermato una volta di più.
E allora, perché — per lo più proprio nel centenario della Grande guerra — scadere nel provincialismo più banale, cadere nell’esterofilia più sciocca? Era così difficile trovare un messaggio nella nostra bella lingua (oppure in latino: navigare necesse, per esempio…)?
Penso a Rizzo, Durand de La Pen e tutti gli altri marinai che per un secolo e mezzo hanno “battuto le onde” guardando il tricolore. Alla nostra storia. Al loro sacrificio. Non è retorica. Era gente seria e modesta. Di sicuro non avrebbero risposto ad un appello della Royal Navy (con tutto il rispetto per la Royal). Erano italiani, fieri d’esserlo ed avevano una certa idea d’Italia. Qualcuno avverta gli ammiragli e/o gli anglofili.