Lo spirito tipicamente triestino di ricercatore inquieto e di viaggiatore curioso, una vita letteralmente vissuta in mezzo ai mari: quelli tumultuosi della lotta politica, quelli più blandi ma ugualmente frizzantini delle ricerche e degli studi storici portati avanti con passione, quelli imprevedibili e un tantinello tormentati del giornalismo. Tutto ciò che serviva, insomma, per dare vita ad un’opera che sa di abisso, inteso come ricerca in profondità, scandagliando i fondali di un mare, il Mediterraneo (Medio Oceano) in questo caso, quasi dimenticato dalla politica italiana e dalla stessa visione strategica degna del proprio destino originario.
Con la ormai proverbiale accuratezza documentale, Marco Valle ci racconta successi e travagli dell’Italia marittima, quella che egli nel volume chiama appunto “Patria senza mare”, indicando nella riscoperta del mare quello che Fernand Braudel ha sempre definito per l’Italia “il segno del proprio destino”. Di visioni marittime, di obiettivi geostrategici, di storia e di storie, di capitani, nostromi e di mozzi, si compone questo dialogo aperto e franchissimo in programma venerdì 3 giugno alle ore 17.30 sulle onde, questa volta radiofoniche, di Kultura Europa.
Un ulteriore invito al ragionamento, ospite quanto mai indesiderato nei dibattiti contemporanei, e alle cosiddette “visioni lunghe” di cui anche un certo genere di libri, in particolare quelli che partono “da lontano”, che certo non potrà non trovare buona accoglienza tra spiriti liberi e immuni dagli impetuosi cavalloni di Caoslandia.