Dopo quasi mezzo secolo dal ritrovamento, apre finalmente al pubblico il 25 giugno ad Aosta il Museo di Saint-Martin-de-Corléans.
La notizia è importante: l’esposizione aostana presenta un Parco archeologico tra i più grandi d’Europa (copre un’area di oltre 18mila mq) dove si cammina su un vero enorme affresco di memorie e testimonianze. Una lunga storia che inizia nel IV millennio a.C. e continua, grazie alle scoperte avvenute nel corso del tempo, dai celti sino a Roma (e Annibale) e poi fino all’alto Medioevo.
I gioielli del luogo — un tempo lontano terra sacra agli Dei — sono le grandi stele antropomorfe dell’Età del Rame, alte più di tre metri, rimaste impigliate, nel 1969, nella benna di uno scavatore. Si tratta di reperti annoverati tra i più rari rinvenuti in Europa e senza pari per la quantità emersa in un solo sito, «praticamente unico», dicono gli archeologi. «Il gemello è a Sion, in Svizzera, dove però i reperti sono però stati musealizzati in una struttura diversa. Ad Aosta tutto l’enorme materiale degli scavi è rimasto nel luogo del ritrovamento».
Nelle sale il percorso si snoda tra decine di tombe, macine, pozzi, ciottoli lavorati, decori geometrici sugli straordinari megaliti riemersi nel 1969. Un vero viaggio nel tempo, rappresentato anche con documenti, fotografie, film, suoni o tecnologie modernissime come le proiezioni in 3D.
Una curiosità: il museo prende il nome da una vicina chiesa romanica dedicata a san Martino, santo di cui quest’anno si festeggiano i 1.700 anni dalla nascita avvenuta in Pannonia (Ungheria) nel 316 d.C. L’Europa (quella vera) è un lungo, meraviglioso intreccio di memorie e tradizioni. Da conoscere e amare.
Museo Archeologico
Corso Saint Martin de Corleans
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