• Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci
lunedì 20 Marzo 2023
  • Login
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Newsletter
Destra.it
SOSTIENICI
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
  • Pòlis
  • Il Punto
  • Società & Tendenze
  • Economia
  • Europae
  • Estera
  • Mondi
  • Libri & Liberi
  • Altre
    • Terra Madre
    • Multimedia
    • Arte&Artisti
    • Televisionando
    • Appunti di viaggio
    • Al Muro del Tempo
    • Rassegna Stampa
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Destra.it
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Europae

Pacifismo addio. La Svezia quadruplica i bilanci per la difesa e torna ad armarsi

di Marco Valle
15 Febbraio 2022
in Europae, Home
0
Pacifismo addio. La Svezia quadruplica i bilanci per la difesa e torna ad armarsi
       

L’ombra della crisi Russia-Ucraina si estende inquietante anche sul Mar Baltico. Lo confermano una volta di più le misure prese dal governo di Stoccolma in queste ultime settimane. Lo scorso 16 dicembre la coalizione di governo rosso-verde guidata da Stefan Löfven, con l’appoggio dei centristi e dei liberali, ha approvato il disegno di legge sulla difesa 2021-2025, un piano pluriennale per la riorganizzazione e il potenziamento delle forze armate del regno. Forte un budget importante (dagli attuali 2,88 miliardi di euro si passa a 8,75 miliardi), è come ha ricordato il ministro della Difesa Peter Hultqvist, il «più grande investimento per la difesa dagli anni ‘50». Ovvero dai tempi più cupi della guerra fredda.

Il piano prevede una profonda modernizzazione dei materiali, la formazione di nuove unità meccanizzate e missilistiche, l’entrata in linea di nuove navi e aerei e il rafforzamento del personale (da 60.000 a 90.000 operatori). La leva, già rintrodotta nel 2017, raddoppierà il suo gettito annuale. In più, pur mantenendo formalmente lo status di non allineata, la Svezia consoliderà ulteriormente i suoi rapporti con la NATO. Il ministro della Difesa ha comunicato infatti la ricostruzione di un dispositivo militare a Sollefteå, Falun e Göteborg (sarà sede di un battaglione anfibio) a protezione delle comunicazioni e dei trasporti del Patto Atlantico.

Alle dichiarazioni sono seguiti presto i fatti e da gennaio gli svedesi hanno iniziato a fortificare nuovamente Gotland. Smilitarizzata nel 2007 dopo l’implosione dell’Urss e la nascita delle repubbliche d’Estonia, Lettonia e Lituania, la grande isola (più o meno un quarto della Sardegna) è incastonata al centro del Baltico, proprio sulle rotte tra San Pietroburgo e l’enclave russa di Kaliningrad. Una posizione strategica centrale che spiega la costante presenza di troppe navi militari russe nelle acque circostanti. Ricostruire qui, magari con la scusa di una semplice «redistribuzione delle forze», una presenza militare consistente (e ben illuminata dai media nazionali) è una dimostrazione di forza e un segnale forte a Mosca oltre che agli altri attori della disfida in corso. Insomma, Stoccolma è determinata e non si fa intimidire nemmeno da Putin.

Decisioni che hanno sorpreso gli osservatori più distratti o superficiali, ancora convinti dell’irrevocabilità della scelta pacifista — la spesa militare passò dal 3% circa del PIL negli anni ‘80 a appena l’1% negli anni 2010 — fatta dai governi svedesi dopo la dissoluzione del blocco comunista. Ma, a ben veder, nulla di nuovo.

Il tintinnare di sciabole degli scandinavi è la logica conseguenza della netta inversione delle politiche militari attuata nell’estate 2017. Quell’estate il governo socialdemocratico, preoccupato dal crescente attivismo militare del Cremlino, decise d’accordo con l’opposizione di centro-destra di chiudere il lungo periodo del disarmo progressivo e interrompere la smobilitazione delle forze armate. Come sopra ricordato, la leva obbligatoria venne ripristinata e si riprese ad investire massicciamente sulla difesa riaprendo alcune delle installazioni dismesse (tra tutte la grande base navale di Muskö, la fortezza sotterranea dell’era della guerra fredda). Un primo passo, perfettamente prodromico all’odierno piano di riarmo.

Tags: Industria difesaRussiaSvezia
Articolo precedente

Senza vergogna/ Un Parlamento pieno di camaleonti e trasformisti

Prossimo articolo

Il Sahara occidentale pedina del “grande gioco” africano

Marco Valle

Correlati Articoli

L’Occidente incrimina Putin e allontana la pace
Home

L’Occidente incrimina Putin e allontana la pace

di Gian Micalessin
19 Marzo 2023
0

 «Scene orribili e rivoltanti con le immagini del corpo insanguinato trasmesse in tutto il mondo». Con queste parole dai toni...

Leggi tutto
Crosetto, la Wagner e i migranti. Cronaca di una bufala malpensata

Crosetto, la Wagner e i migranti. Cronaca di una bufala malpensata

17 Marzo 2023
Un drone USA cade nel Mar Nero davanti alla Crimea

Un drone USA cade nel Mar Nero davanti alla Crimea

15 Marzo 2023
Lettere da fronte/ Una pioggia di missili sull’Ucraina e nuovi problemi al Cremlino

Lettere da fronte/ Una pioggia di missili sull’Ucraina e nuovi problemi al Cremlino

12 Marzo 2023
Carica altro
Prossimo articolo
Il Sahara occidentale pedina del “grande gioco” africano

Il Sahara occidentale pedina del “grande gioco” africano

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ultimi articoli

L’Occidente incrimina Putin e allontana la pace

L’Occidente incrimina Putin e allontana la pace

19 Marzo 2023
Da un mondo senza Stato a uno Stato onnipotente

Da un mondo senza Stato a uno Stato onnipotente

19 Marzo 2023
Ankara e Damasco si avvicinano, i curdi pagano il conto

Ankara e Damasco si avvicinano, i curdi pagano il conto

19 Marzo 2023
Pechino, Taipei e la sfida del porcospino

Pechino, Taipei e la sfida del porcospino

19 Marzo 2023

Tag

Africa Berlusconi centrodestra Chiesa cattolica Cina cinema comunismo coronavirus Donald Trump economia elezioni Europa fascismo forze armate Francia Fratelli d'Italia geopolitica Germania Giorgia Meloni Gran Bretagna guerre immigrazione clandestina ISIS Islam lavoro Libia Mare Marine Le Pen Matteo Renzi Matteo Salvini Mediterraneo Milano Partito Democratico petrolio Roma Russia Siria sovranità nazionale storia terrorismo trasporti Turchia Unione Europea USA Vladimir Putin
Facebook Twitter

Newsletter

Iscriviti alla newsletter di Destra.it per restare continuamente aggiornato.
Ti segnaleremo novità, eventi ed accadimenti più interessanti!

Menu

  • Home
  • Cos’è Destra.it
  • La redazione
  • Newsletter
  • Contattaci

Destra.it

Un giornale telematico che raccoglie le idee, i contenuti, i confronti della comunità umana e intellettuale della destra europea, moderna, nazionale e sociale. Rappresenta l’accesso alla rete e la piattaforma di dibattito di chiunque, provenendo o aderendo a un lungo percorso storico, si riconosca in quei valori culturali e ideali su cui si è sedimentato nei secoli il pensiero di destra.

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Home
  • Chi siamo
  • La Redazione di Destra.it
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Categorie
    • Pòlis
    • Il punto
    • Europae
    • Mondi
    • Estera
    • Guerre e pace
    • Economia
    • Levante
    • Libri&LIBERI
    • Arte&Artisti
    • Multimedia
    • Facite Ammuina
    • Al Muro del Tempo
    • Appunti di viaggio
    • Rassegna Stampa

© 2021 - Destra.it periodico online indipendente; Registrazione Tribunale di Milano n. 30 del 9/2/2021; Sede: Viale Papiniano, 38 Milano.

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In