Ecco che da lunedì prossimo arriva il tanto anticipato Super (Super) Green Pass, ovvero l’obbligo di vaccino per lo “svago”, altrimenti noto come lockdown dei non vaccinati, il tutto mentre in Italia quasi tocchiamo il 90% di copertura vaccinale, calcolata sui vaccinabili.
In un contesto in cui rimane quindi circa un grossolano 10% della popolazione senza nemmeno la prima dose, immaginate un poco che grande impatto possa avere sulla diffusione del virus chiudere in casa solo questa esigua minoranza potenzialmente più contagiosa (e però già tamponata ogni 48 ore per lavorare, anzi ora 24), o quantomeno escluderla dalla vita sociale. Fra l’altro, se il lockdown e i vari coprifuoco e simili ci hanno insegnato qualcosa, è che non funzionano, o quantomeno che funzionano male, nel senso che oltre una certa soglia di restrizione misure ulteriori non servono perché non vengono di fatto rispettate da almeno la metà dei loro destinatari, e così si produce anzi un effetto rimbalzo per cui questi si danno alla clandestinità di feste e ritrovi privati, dove ovviamente non vige alcuna regola, fenomeno già ampiamente visibile nel quotidiano di chiunque e sottolineato da vari studi di rilevanza internazionale (vedi: Assessing mandatory stay-at-home and business closure effects on the spread of Covid-19 – John P.A. Ioannidis et al., pubblicato anche su Repubblica già a Febbraio).
Si dovrebbe forse addivenire alla conclusione che cercare di tenere chiusa in casa (e a lavoro) la metà o meno di quella che a sua volta è una minoranza (se ci va bene) non possa proprio essere la madre di tutte le battaglie contro il virus. Questa realizzazione, abbinata alle sempre più conclusive evidenze scientifiche che puntano il dito proprio contro le abitazioni tra i punti più “caldi” del contagio nella stagione fredda, ci porterebbe a rimuovere persino il più testardo dubbio sulla concreta efficacia di misure di questo tipo, che sono peraltro estremamente divisive e polarizzanti.
Né si può dire ormai che siano effettivamente educative per i renitenti, in quanto andrebbero poi a colpire proprio quella già esigua e indurita minoranza di persone che non ha ancora nemmeno vacillato di fronte alla prospettiva di fare coda al freddo davanti alla farmacia per il privilegio di farsi ficcare uno stecchetto nel naso da un farmacista bardato come se dovesse maneggiare pezzi del nocciolo di Chernobyl una mattina su due prima di andare a lavoro. A ciò si deve aggiungere che una percentuale non piccola di queste persone non sembra nemmeno avere troppa paura di perderlo il lavoro, visto l’aumento vertiginoso di assenteismo e richieste di malattia, come ha segnalato già anche l’INAIL fin da subito dopo l’entrata in vigore del precedente provvedimento.
Sembrerebbe quasi che il vero obbiettivo qui sia più quello di evidenziare maggiormente, di mettere meglio sotto ai riflettori la condizione di paria di chi scelga di non vaccinarsi, e ciò al puro scopo di consolidare il partito dei vaccinati e compattare il fronte comune degli immunizzati, che convocati per la terza dose si guarderanno bene dal disertare. Piaccia o meno rientra insomma nell’ormai ricco repertorio di gran teatro e “menzogne a fin di bene” che secondo la teoria ormai dominante in Italia aiuterebbero il popolo bue a stare sulla retta via – da mettere insieme al vaccino che “immunizza per sempre o almeno per oltre un anno“, o al Green pass che ci assicura di trovarci tra persone non contagiose (Draghi stesso dixit).
Ma pare vada bene così tutto sommato, e sarà solo una coincidenza se tutte queste frottole a fin di bene hanno anche sempre avuto almeno fin qui l’effetto collaterale di deflettere la responsabilità da chi ci governa (che intanto continua nella sua sequela di errori e omissioni) verso una qualche oscura e trinariciuta minoranza da mettere alla gogna per il bene sommo di tutti. Se poi in Spagna, paese nostro gemello per percentuale di vaccinati ma senza pass o simili ci sono meno contagi e ricoveri, si guarda dall’altra parte: ciò ovviamente non significa che si debba dubitare dell’enorme utilità dei vaccini, ma quantomeno dovrebbe educarci sul fatto che l’equazione è un po’ più complessa di come l’avevamo immaginata, e che continuare a cercare di risolverla coprendo con un foglio la parte che va oltre le nostre abilità algebriche, e pur così sperando di risolverla è da pazzi – o perlomeno da voto 0 in matematica.
Ma poco conta, ormai. Intanto il cittadino rimarrà di fronte all’assurdo per cui lo stesso tampone che gli ha consentito di passare 8 ore con i colleghi a lavoro, non basta per andare la stessa sera al ristorante o per stare 5 minuti al bar, eppure è sempre un valido presidio essenziale per la sicurezza sua e altrui quando vuole entrare in una casa di riposo per fare visita alla nonna, fragile tra i fragili. Forse per evitare tali paradossi sarebbe stato sufficiente chiedere “per favore” di continuare a vaccinarsi e sottolineare l’importanza della terza dose per la tenuta del sistema sanitario proprio alla luce della durata limitata dell’immunità da vaccino – come ha fatto in questi giorni Boris Johnson – ma evidentemente il nostro popolo, sebbene molto più vaccinato, è molto meno meritevole di onestà e verità di quello britannico.
Il buon vecchio Nietzsche si domandava: “Quanta verità può sopportare, quanta verità può osare un uomo? questa è diventata la mia vera unità di misura, sempre più…”. Mi sa tanto che se chiediamo a Speranza, Draghi e soci, risponderanno che tale misura tende pericolosamente a zero – tanto per il loro coraggio di osarla quanto per la nostra capacità di sopportarla.
In india hanno avuto meno morti e hanno meno positivi di noi (ovviamente in proporzione agli abitanti). E hanno vaccinato solo il 30% della gente.
Il green pass è come avere il codice a barre come se fossimo pacchetti del super mercato.
Basta con il terrorismo sanitario voluto dai criminali di Davos.
Siamo nella follia!! Da un lato si precludono tantissime attività ai non vaccinati come se questi fossero tutti contagiati (e non è così) e si impone la vaccinazione obbligatoria (de facto) a categorie come le forze dell’ordine e i docenti, persone relativamente giovani. Dall’altro lato a un diabetico, iperteso e obeso ma vaccinato implicitamente si dice “ma no tranquillo mettiti la mascherina e vai ad assembrarti nelle piazze centrali delle grandi città dove ci sono le bancarelle per le feste” Eppure i dati ISS dicono che tra i NON vaccinati quelli che non hanno patologie sono solo il 3%. Non solo: molto spesso sui vaccinati che hanno più patologie il vaccino non fa effetto, o ha un effetto blando, in quel caso c’è sempre pronta una persona SELVAGGIA che dice “Eh ma che vuoi ti sei vaccinato ma sei obeso”. Ecco i vaccini dovevano servire proprio con le persone con patologie e invece è proprio su queste che hanno poco effetto. Noi che facciamo? Diamo la colpa ai non vaccinati. E se hai patologie e sei vaccinato? Vai vai ASSEMBRATI…tranquillo…..Con questa mentalità NON ne usciremo MAI!!!