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Home Appunti di viaggio

Partire 13/ Con Raffaele Zanon a Matera. “La Natività” in una grotta. Tra i Sassi

di Raffaele Zanon
22 Dicembre 2014
in Appunti di viaggio, Home
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Partire 13/ Con Raffaele Zanon a Matera. “La Natività” in una grotta. Tra i Sassi
       

Tra Natale e Capodanno basta con i soliti viaggi all’estero. Ritroviamo la Bella Italia con un viaggio in Basilicata e precisamente a Matera designata quest’anno capitale europea della cultura per il 2019.Un’esperienza veramente unica, in alberghi diffusi di grandissimo fascino e romanticismo, degna di essere vissuta e raccontata.

Nella “civita” che è la parte più antica ed estrema dei Sassi, il cuore nascosto di antiche comunità pastorali, il visitatore può alloggiare in una soluzione unica nel suo genere: soggiornare nelle antiche grotte e nelle abitazioni scavate nella roccia. Queste cavità, trasformate per soggiornarvi sono immerse nei Sassi di Matera, luogo di grande valenza storica, paesaggistica ed architettonica che ha mantenuto intatta l’anima della città.

Così, senza rincorrere viaggi lunghissimi, possiamo finalmente ritornare alle nostre radici rupestri. La grotta appare nell’immaginario spirituale e in alcune culture primitive come archetipo dell’utero materno. Associata al concetto di nascita e di rigenerazione, può essere rivissuta come un ritorno alla sicurezza del grembo materno nei miti d’origine, di rinascita e d’iniziazione di numerosi popoli da Cristo a Dioniso, da Hermes ad Apollo.

Tra le curiosità letterarie vi è la controversa questione dei Diari di Benito Mussolini che riferendosi al suo viaggio in Lucania scambia Potenza con Matera. Queste le note attribuite al Duce in data 27 agosto 1936: “Sul fianco del ripidissimo costone che precipita nella valle si aprono centinaia di abitazioni troglodite. Siamo indietro almeno di diecimila anni! I vecchi governi anche quando ebbero uomini della Lucania non si occuparono di questa regione che è l’immagine della miseria (…) Il “sasso” dovrà sparire e rimanere soltanto un’attrattiva per turisti”. Non fece in tempo. La guerra mondiale bloccò il disegno di risanamento.

Passata la bufera bellica, Matera fu ribattezzata nel 1948 “la vergogna d’Italia” da De Gasperi e Togliatti per le condizioni igienico-sanitarie in cui versavano i suoi abitanti che vivevano in quei sassi, e finalmente — sempre in base ai progetti mussoliniani — venne completamente evacuata dal 1953. Per trent’anni, fino al 1986 e soprattutto dal 1993, quando l’Unesco dichiarò la città Patrimonio mondiale dell’umanità, le abitazioni scavate nella pietra calcarenite rimasero per lo più abbandonate.

Fortunatamente i Sassi sono ancora lì e sono realmente diventati un’attrazione turistica grazie all’intraprendenza di chi ha investito in un paesaggio che sembra un presepe tutto l’anno. Alcuni la chiamano la “seconda Palestina” a causa di quell’atmosfera unica creata dalla città vecchia scavata nel tufo, in quel saliscendi affascinante che permette anche un po’ di sano movimento. Non è un caso se Pasolini girò proprio tra i Sassi il suo Vangelo secondo Matteo, film in cui le pietre acquisiscono un senso metafisico, immobile, senza tempo e al di fuori del periodo storico.

Sempre a Matera Carlo Lizzani realizza un documentario volto a scoprire più da vicino quel mondo contadino, di cui Carlo Levi parla in Cristo si è fermato a Eboli, cogliendone le contraddizioni. Sempre i Sassi materani sono diventati Gerusalemme per la splendida scenografia di decine di film, da King David, interpretato da Richard Gere, alla La Passione di Cristo di Mel Gibson. Portatevi una buona macchina fotografica, la cucina locale è ottima.

Tags: BasilicataBenito MussoliniCarlo LeviCarlo LizzanicinemaMateraMel GibsonNatalePierpaolo PasoliniRichard Gere
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