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Home Penna Pellicola Palco

Perchè non esiste la “decrescita felice” e dire NO è inutile (e dannoso)

di Nicola Salvetti
18 Settembre 2018
in Penna Pellicola Palco
0
Perchè non esiste la “decrescita felice” e dire NO è inutile (e dannoso)
       

Secondo l’Osservatorio Media Permanente Nimby Forum sono stati 359 gli impianti contestati in Italia nel corso del 2016, il 5% in più dell’anno precedente. I “no” ai grandi investimenti e alle riforme arrivano dai cittadini, dalle associazioni e dai numerosi ricorsi al TAR. Alberto Brambilla e Stefano Cianciotta fotografano la situazione e propongono soluzioni per uscire dallo stallo, nel  libro “Tutte le volte che l’Italia dice No».

Il conto che i cittadini pagano è decisamente salato. Soprattutto in termini di mancate opportunità” affermano gli autori.
In Italia si è consolidata la tendenza a dire no, una tendenza che condiziona fortemente i politici, affannati a inseguire gli istantanei umori e i timori delle masse. La conseguenza è che le istituzioni prendono o annunciano decisioni tattiche di breve termine per capitalizzare consenso, invece di indicare un indirizzo strategico di lungo periodo.
Dall’opposizione ideologica alle infrastrutture al sistema della formazione bloccato, dalle disfunzioni della Pubblica Amministrazione alla Giustizia troppo lenta, dai mai sopiti interessi corporativi fino al caso emblematico dei vaccini, si pagano ancora troppi dazi all’inerzia e a un’industria che parla sempre di più la lingua straniera.
Il testo, con l’introduzione di Alessandro Beulcke, presidente del Nimby Forum, passa in rassegna i più recenti «veti» che hanno impedito al nostro Paese di crescere e di promuovere uno sviluppo al passo con quello dei Paesi occidentali più progrediti.

Per invertire la tendenza, gli autori (ri)lanciano cinque regole per crescere, una serie di proposte utili e potenzialmente proficue su fisco, spesa pubblica, mercato del lavoro, giustizia, scuola e università.
“L’istruzione resta l’investimento più importante per il futuro di un Paese. Per questa ragione tra le nostre cinque regole per crescere, al primo posto abbiamo inserito la necessità di tornare a investire sulla creatività e sulla intraprendenza dei giovani. L’Italia è l’unico Paese europeo che non ha aumentato la spesa per studente nella scuola primaria e secondaria dal 1995 e resta ancora agli ultimi posti nella transizione Scuola-Lavoro.

 

A. Brambilla, S. Cianciotta

I no che fanno la decrescita.

Per un Paese che non ha ancora rinunciato al futuro,

pag. 160, euro 18,50

Guerini e Associati, 2018.

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Nicola Salvetti

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