Come si insegna nelle scuole di giornalismo una notizia non è un cane che morde un uomo ma un uomo che morde un cane.
Dunque l’ennesimo fervorino immigrazionista del miliardario di turno, che vive circondato da lusso e privilegi, non meriterebbe neppure un commento se non raffrontata alla sua distanza dal buon senso e dai sentimenti diffusi nella società.
Il cane da guardia del mondialismo (nel caso in questione tal Claudio Baglioni) azzanna senza pietà chi osa contrastare e mettere in dubbio il mantra accoglione dei #restiamoumani petalosi guardandosi bene, però, dal mettere in pratica direttamente quanto predica.
Al pari di altri figuranti dello star system (attorucoli figli di, giornalisti che da sempre cavalcano l’onda secondo convenienza, presunti comici privi di senso del ridicolo, presentatori impegnati soprattutto a -rap-presentare sé stessi) altrettanto distanti dalla realtà quotidiana, vive la sua dorata esistenza fatta di ville e luoghi impenetrabili, anche grazie agli stipendi miliardari ricavati dal denaro pubblico.
Ciò che rende tutto paradossale è che il palcoscenico scelto dal Baglioni per la sua performance politica è quello della presentazione di un evento detto ‘Festival della canzone italiana’ che verrà rappresentato dalla televisione pubblica dell’Italia e rilanciato in tutto il mondo usato invece per ribadire la propria piaggeria ai desiderata di forze antinazionali.
Questo è indubbiamente un ottimo motivo, per me e spero anche molti altri, di non assistere a un Festival ormai privo di fascino, ridotto da tempo a palcoscenico edonistico di presentatori/direttori artistici dall’ego ipertrofico, con la musica relegata a semplice sottofondo nella cacofonia sguaiata dell’esibizione pelosa di buoni sentimenti.
Guardando la muraglia che circonda l’esclusiva villa del Baglioni a Lampedusa, peraltro, ci si domanda come mai l’abbia fatta costruire proprio lui che raccomanda buonismo e pretende di aprire i porti.
Sarà come per il buen retiro prediletto dall’intellighenzia dei radical shit, la rinomata Capalbio, da cui si predica accoglienza pur di praticarla a casa degli altri.
Dall’immagine su twitter con appello pro immigrati dalla sua terrazza di Portofino di Gad Lerner, con tanto di Rolex al polso e maglietta rossa d’ordinanza, la discesa sulla strada dell’indecenza – in fondo – è stata davvero breve.
Vorrei spendere una parola in favore del festival di Sanremo purtroppo quello che manca è l’indipendenza del festival leggendo l’editoriale risalta proprio questo aspetto,la Rai evidentemente non riesce a far delineare le mosse preferite di tutto il panorama che spetterebbe a un comitato che si prefigesse almeno il piacere come meta poi la competizione e il roteare,non ci saranno sorprese in questo senso,pazienza.