“Intelligere ” significa leggere dentro. Leggere dentro il mondo, dentro l’umanità significa capirne l’intrinseca malvagita’. Non a caso tutti i miti e tutte le religioni suppongono una cattiva azione dell’uomo, “la colpa originale”, per spiegarne, se non giustificarne la malasorte: malattia, morte, povertà, ingiustizie, violenze e guerre, infelicita’.
La storia ed il presente espongono con incontestabile evidenza la prevalenza del male, nei singoli e nelle comunità. Le eccezioni confermano la regola.
L’intelligenza non può, dunque, non essere cinica.
Ma capire non è agire. L’azione coinvolge non solo l’intelligenza, ma soprattutto la volontà, il cuore.
“Colui che lascia quello che si fa per quello che si dovrebbe fare, impara piuttosto la ruina che la preservazione sua”, annota Niccolò Machiavelli.
Alcuni, non molti, pur consapevoli di non preservarsi, non si adeguano alla realtà, che capiscono, ma non approvano. Sono gli “anarchi”, non necessariamente i “Titani” di Ernst Junger, ma uomini in piedi, con la schiena diritta, votati a schiantarsi piuttosto che a piegarsi. Sono le minoranze contro corrente, i ” proscritti”, gli eroi moderni.
Che non vincono mai, ma non sono mai sconfitti. Che non hanno paura della morte. Non temono che ci sia Dio. Non si “preservano”, ma preservano l’onore dell’umanità. Non hanno il cinismo del cuore.