Erdogan con il suo uso spregiudicato dell’immigrazione clandestina, profughi veri o mercenari jihadisti in fuga che siano, sta mostrando come la UE fatta dai ricchi banchieri di Francia e Germania, dagli evasori fiscali del Lussemburgo e degli altri ‘paradisi’ poggia il proprio opulento benessere solo sui sacrifici dei Paesi che subiscono in prima linea l’invasione di migranti diretti al cuore d’Europa.
La debolezza intrinseca delle politiche immigrazioniste di Kulona Frau Merkel e Macronella, nonostante la finta cordialità della luna di miele napoletana trascorsa mangiando babà con Conte-ssa (passata in assenza della nonna, forse impegnata in un remake del Pianeta delle Scimmie) sta nel continuare ad avere uno spasmodico bisogno dell’Italia servile e succube targata PD che faccia da discarica dell’Africa in loro vece. Grecia e Bulgaria che oggi affrontano le orde scatenate cinicamente da Erdogan sono destinate, inevitabilmente, a cedere di schianto in un futuro che non appare neppure troppo lontano.

E l’Italia non farà una fine migliore nel suo ruolo di Paese del Bengodi di ogni rifiuto che viene dal sud del Mediterraneo per ingrassare i conti degli amici degli amici che vivono (fin che dureranno i soldi) del business dell’accoglienza.
Cosa fare, dunque, se tutta la UE ci volta le spalle, e anche la Magistratura italiana omette di applicare la legge e inquisisce chi si oppone al business immigrazionista? Noi avremmo un consiglio per Salvini… la prossima volta faccia come Erdogan.
Anche se è solo un Capitano prenda esempio dal Sultano Ottomano e faccia diventare gli immigrati una risorsa. Diventi furbo, appena ne avrà l’occasione sequestri i pullman delle gite delle pentole dei pensionati e li imbottisca di finti profughi, meglio se sedicenti minori non accompagnati e li spedisca verso il Brennero.
Organizzi voli charter per Francoforte da tutta Italia, ottenendo anche il vantaggio di rivitalizzare l’Alitalia, carichi solo di immigrati da spedire senza ritorno a casa di Carola Rakete e dei prelati della Chiesa Tedesca che finanziano le ONG.
Spedisca i vigili urbani di Roma a recapitare al Papa Pampero e ai vari attici del clero bergoglione qualche torpedone turistico di quelli che fanno ammirare Roma ai turisti e li carichi degli immigrati tanto cari a Bergoglio e per i quali predica petulantemente l’accoglienza.
Predisponga con la Tirrenia una serie di rotte per tutte le destinazioni turistiche del sud della Francia per riportare gli africani francofoni nelle braccia della loro madrepatria d’adozione di cui conoscono la lingua, la cultura e, sicuramente, anche gli usi visto la comune probabile avversione per il bidet.
Se Salvini aprisse finalmente i porti e nel giro di 24 ore spedisse i migranti in nord Europa diventerebbe in un colpo solo il gran visir di tutti i ‘restiamo umani’ d’Europa.
La sindaca di Barcellona si piscerebbe addosso per lui in piazza dalla gioia, la mammana turbantata santificata dall’uso della pompa di bicicletta e unta con lo sterco del Demonio Soros lo guarderebbe con occhi sognanti come fosse il Bambinello, la Procura di Catania invece di volerlo processare ne chiederebbe l’immediata beatificazione, a Zingaretti il lampo di un pensiero attraverserebbe la mente, Giorgetti potebbe finalmente trovare posto a pieno titolo nei ‘salotti buoni’ senza dover ripere il suo mantra supplichevole ‘siamo affidabili’.
Solo tra le cooperative di amici del PD, che si vedrebbero sottrarre una sicura fonte di guadagno, serpeggerebbe un po’ di iniziale sgomento poi però sicuramente qualcuno troverebbe il modo di trasferire l’attività all’estero al seguito dei ‘migranti’ e delle nazioni che se li troveranno sulle spalle.
Naturalmente bisognerebbe fare bene le cose, magari naturalizzando e dotando di documenti d’identità italiani tutti gli immigrati, che grazie agli accordi di Schengen avrebbero il diritto di muoversi in tutta Europa.
Vorrei vedere proprio chi rifiuterebbe un’opportunità così vantaggiosa: nuovi cittadini in grado di bilanciare il calo demografico e di garantire per il futuro il pagamento delle pensioni. Sarebbe oltretutto un modo di dimostrare al Sultano Erdogan che esistono metodi di agire più raffinati che inviare orde di disperati ad assaltare le frontiere altrui.
Solo una provocazione? Indubbiamente sì. Che non succederà mai, ma se succedesse.