Non sono bastate tre medaglie al valor militare (il generale Giuseppe Palumbo, reduce di El Alamein, il tenente dell’Arma Aeronautica Emilio Pucci e l’ufficiale della Marina Militare Carlo Coda Nunziante) restituite per protesta al Presidente della Repubblica. Inutili anche le prese di posizione di tanti intellettuali, compresi parecchi di sinistra, come Norberto Bobbio, Marco Pannella, Indro Montanelli. E neanche le forti critiche dell’autorevole rivista dei Gesuiti “Civiltà Cattolica”, hanno potuto creare dubbi, desideri di verità o semplici perplessità nelle menti granitico-leniniste della sinistra italica.
Invece, davanti a tragedie come quella delle Fosse Ardeatine, bisognerebbe rinunciare ad ogni genere di polemica politica strumentale. E casomai affrontare il problema esclusivamente dal punto di vista storico. Lo vuole la regola dell’onestà intellettuale, posto che la si possieda.
Ma questa sinistra – per fortuna non tutta – non riesce proprio a rinunciare alle verità ammaestrate, quelle che ormai soddisfano solo loro. Gli italiani, infatti, si sono accorti di avere a che fare con prese di posizione faziose e di parte, per questo spesso fanno chiaramente capire di giudicare “patacche” molte delle loro verità.
La sinistra, per settant’anni, ha continuato a sostenere che i buoni erano tutti da una parte ed i cattivi tutti dall’altra. Teoria alla quale solo i gonzi possono credere.
E nell’onda di tutto questo è partita la crocifissione mediatica di Ignazio La Russa, reo di aver affermato che l’attentato di via Rasella, fatto nei confronti di un gruppo di militari qualunque, non certo di Waffen SS, non era stata una pagina di storia particolarmente gloriosa. Un giudizio già espresso da tanti e da tanto tempo.
Un attentato alla fine anche inutile. Infatti Bentivegna e la Capponi, gli esecutori, con la loro bomba avrebbero dovuto fare insorgere Roma. Invece uccisero 33 fantaccini altoatesini, oltre ad un civile ed a un bambino di 11 anni. Da qui, per decenni, le critiche e le perplessità.
Ma per la sinistra il dubbio storico non ha senso, se non serve i suoi interessi. Ha invece senso e valore il giudizio storico se serve alla sua polemica politica.
Quindi addosso al Presidente del Senato, solo perché ha detto qualcosa di identico a quello già sentito da decenni per bocca di tanti altri.
La Russa, invece, aveva ragione. Aveva ragione da vendere. Anzi se avesse voluto avrebbe potuto essere ancora più incisivo nel giudizio. Magari respingendo al mittente il vergognoso paragone che qualcuno ha fatto mettendo sullo stesso piano la vicenda di via Rasella con quella del carabiniere Salvo d’Acquisto.
I primi, quelli di via Rasella, dopo l’attentato se ne sono stati ben zitti mentre alle fosse Ardeatine venivano uccise centinaia di persone. Consegnandosi invece sarebbero certamente stati fucilati, ma avrebbero bloccato l’eccidio. Il secondo, invece, si è consegnato e si è fatto fucilare per salvare i civili, nonostante lui c’entrasse assolutamente nulla con la vicenda che poi è stata causa del il suo sacrificio.
Basterebbe questo per capire la differenza… se però si possiedono gli strumenti morali per poter capire.
Aggiungiamoci Vincenzo Giudice sottufficiale della Guardia di Finanza
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