Dopo la strampalata e stravagante proposta avanzata da Quagliariello di “un contenitore unico, sul modello del Partito americano, che metta insieme le diverse anime attraverso regole e un programma condiviso” , proposta utopistica ed irrealizzabile, che renderebbe anche in questo settore, come in tanti altri, l’Italia vassalla degli Stati Uniti, è indispensabile una lezione di storia dei partiti politici.
La rivisitazione è tanto più urgente dopo aver letto alcune dichiarazioni ed alcune affermazioni (“Secolo d’Italia”) di consenso a questa proposta minestrone. La politica italiana è destinata ad un futuro grigio, inconsistente se le sue componenti non ritroveranno e difenderanno le proprie basi ideologiche. La Lega, grazie alla debolezza ed all’inconsistenza dei partiti nazionali della coalizione, ha ottenuto nel Veneto negli scorsi giorni il consenso, rispondente agli ideali tipici ed insopprimibili, al referendum sull’autonomia della regione. E’ d’altra inaccettabile condividere l’azione con movimenti fideistici, soggetti ad autocrati, eletti con gli stessi metodi di Stalin, Mao, Ceausescu e Raul Castro. Un esempio: un autorevole esponente “azzurro” ha ripetuto in settimana che “la coerenza e la fedeltà a Berlusconi sono i due valori fondanti di Forza Italia”.
A destra si avverte il bisogno urgente di una ripassata sulle vicende difficili, complesse, non di rado drammatiche e talora esaltanti del partito.
Il 13 giugno 1971si svolgono in Sicilia le elezioni per il settimo Consiglio regionale. Il MSI ottiene il 16,3% e 15 seggi, secondo solo alla DC (33,3%), largamente superiore al PCI (10,5% + 2% liste locali) e al PSI (10,8%).
Lungo è il rapporto predisposto dalla prefettura di Palermo ed inviato al Ministero dell’Interno, riguardante il discorso di ringraziamento pronunziato dal segretario nazionale. Almirante “ha, in polemica, ringraziato la classe dirigente corrotta che non ha saputo più corrompere gli elettori, che questa volta si sono dimostrati più maturi votando il MSI”. “I voti – ha continuato – sono stati dati , perché siamo la forza nazionale, cattolica, anticomunista”. Ha poi proseguito, senza sfoderare gli inimmaginabili sinonimi dei nostri anni, sottolineando che “per noi il senso di Nazione e di Stato non vuol dire clima totalitario e ritorni nostalgici, ma significa ordine, progresso, repressione del sovversivismo rosso e giustizia sociale”.