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“Attaccano Minzolini perché non è di sinistra”

di Redazione
28 Novembre 2011
in Home, Rassegna Stampa
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“Attaccano Minzolini perché non è di sinistra”
       

“Da  quando Minzolini è arrivato, non essendo uomo di sinistra hanno deciso di rompergli le palle”. Non usa perifrasi né mezzi termini Clemente Mimun nel descrivere l’attacco violento al quale è sottoposto ormai giornalmente il direttore del Tg1. Dai microfoni di Radio Montecarlo, nel corso di una intervista il direttore del Tg5 ha espresso la sua solidarietà e manifestato stima e amicizia personale nei confronti del collega Rai.  “Verso Minzolini -ha  precisato – ho solo parole di solidarietà ed amicizia”. Ancora sugli attacchi alla conduzione del telegiornale:  “Augusto  è una sorta di pungiball chiunque passa, pensa di potergli dare uno schiaffone.  Gli sono solidale perché  è capitato anche a me e non è carino”.

Il direttore del Tg5  non ha eluso il tema del sorpasso del suo notiziario rispetto a quello della prima rete Rai, ma ancora una volta il suo commento è stato improntato all’equilibrio e alla correttezza nei confronti di Minzolini:  “Non mi interessa esultare, mi interessa fare un buon prodotto- ha affermato – . Nonostante la moltiplicazione dei canali mantenere una quota di mercato alta è importante e dietro a ogni sorpasso c’è una ragione. In più, avendo diretto il Tg1 per quattro anni e mezzo, so cosa vuol dire essere soggetti a una caccia all’uomo, soprattutto quando l’uomo sei tu”.

E la dichiarazione di Mimun sulla “caccia all’uomo”  rilancia  la tesi dell’agguato  in piena regola, messo a punto nei corridoi di viale Mazzini. Un piano preordinato per  “zavorrare” il notiziario.  Il tg1, infatti,  è stato lasciato al 6,9% di share dal traino (un noioso commento al campionato di Formula 1), mentre il cosiddetto preserale, cioè il programma che va in onda prima del Tg1, normalmente lascia la rete al 21%. Questo pesante handicap, come una boccetta di veleno ha fatto sì che il primo telegiornale italiano realizzasse un magro 16,08% di share.
Il pomeriggio domenicale di Rai Uno è stato votato alla messa in onda della Formula 1, l’ultima della stagione, un campionato che si è chiuso già da tanto tempo con la consacrazione della vittoria delle Red Bull, di Vettel e Button. Una gara moscia dove i bolidi correvano a 70 km all’ora, distratti e lenti. E la Rai che fa? Non solo manda in onda una gara senza senso ma vi associa una successiva trasmissione di commenti, imbarazzante, dove gli ospiti non avevano nulla da dire. Oltre un’ora di nulla assoluto che ha lasciato al Tg1 un magro 6,9%. «Le polemiche relative al Tg1 sono del tutto strumentali e frutto di mere logiche politiche. Agli occhi più attenti non è sfuggito che il calo di ascolti dell’edizione serale del telegiornale è stato causato esclusivamente dai bassissimi ascolti del programma che l’ha preceduto», aveva dichiarato Antonio Verro, componente del cda. G Mentre Guglielmo Rositani, altro consigliere cda, aveva analizzato i dati e concluso che col traino al 7% non si poteva fare altro. L’intervista di Clemente Mimun oggi ha fatto piena luce sul clima avvelenato che si vorrebbe alimentare attorno ad Augusto Minzolini.

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