La Gran Bretagna ha lasciato da pochi giorni l’Unione Europea, e il primo ministro Boris Johnson vuole- visto che come membro della UE ne era stato tagliato pressochè fuori- legami economici più stretti con l’Africa, in particolare con Mozambico e Ghana.

Nel 2018, infatti, il Regno Unito ha esportato merci per un valore di circa $ 10 miliardi nel continente, secondo i dati dell’UE[1]. Inferiore rispetto ad altri paesi tra cui Belgio, Paesi Bassi, Italia, Spagna, Germania e Francia. Ma la dinamica potrebbe cambiare: “Prima della Brexit, l’UE ha stipulato accordi a nome dell’intera unione e l’interesse del Regno Unito potrebbe non essere stata una priorità per l’UE al momento di negoziare”, ha dichiarato Tokunbo Afikuyomi, un ex economista commerciale che lavorava in UK a CNN Business. “Ora la Gran Bretagna può negoziare con più paesi come vuole”.
“Abbiamo molto da offrire alle nazioni africane – gli aiuti del Regno Unito stanno affrontando i cambiamenti climatici e supportando le donne imprenditrici, la nostra competenza tecnologica e digitale sta aiutando l’Africa a far crescere nuove industrie e la città di Londra sta incanalando miliardi di investimenti privati in Africa”, ha affermato Alok Sharma, Segretario per lo sviluppo internazionale della Gran Bretagna.
Il Regno Unito ha annunciato accordi commerciali (riducendo le tariffe e altri ostacoli) di £ 6,5 miliardi ($ 8,6 miliardi) durante il vertice di Londra, incluso un accordo firmato dalla Rolls-Royce . Un’enorme zona di libero scambio che sta prendendo forma in Africa potrebbe anche avvantaggiare le aziende del Regno Unito espandendo i mercati e rendendo più facile fare affari oltre confine.
Non solo know how e tecnologia ma il Regno Unito sta portano anche denaro sotto forma di investimenti diretti esteri come in Nigeria, dove il governo e la banca centrale hanno lavorato per attirare più investitori. In realtà devono competere con la Germania che nel 2019 istituirono un fondo di sviluppo da 1 miliardo di dollari per promuovere lo sviluppo delle infrastrutture e gli investimenti privati nel continente. Non a caso Volkswagen e Siemens hanno creato stabilimenti in Ruanda e in Ghana.

Ma è ancora la Cina, il vero conquistatore dell’Africa. Fino al 2010, la presa dell’Africa da parte della Cina è stata silenziosa, ma tutto è cambiato nel 2012, quando la Conferenza di Pechino ha avuto luogo senza far rumore prestando un totale di 143 miliardi di dollari a 56 nazioni africane messi a disposizione principalmente dall’Export-Import Bank of China e dalla China Development Bank. È solo ora che i paesi africani stanno iniziando a rendersi conto di quanto si siano indebitati con la Cina e rischiano di perdere la loro indipendenza conquistata a fatica. E’ in caso di citare un proverbio africano che dice “Una volta che il bufalo è stato ferito, compaiono molti coltelli”.
[1] https://ec.europa.eu/eurostat/statistics- explained/index.php?title=File:Exports_of_goods_to_Africa_by_Member_State,_2018.png