Il Sole 24 Ore ha dedicato l’editoriale di Ferragosto al tema dell’interesse nazionale. E già questa è una notizia, se consideriamo che l’argomento è sempre stato tabù per una certa stampa.
Sergio Fabbrini spiega con lucidità come l’Italia post-bellica abbia sempre fatto fatica ad individuare e quindi a perseguire il proprio interesse nazionale, ritenendo di fatto esaurito questo compito man mano che devolveva la propria sovranità politica alle istituzioni europee. Tutto il contrario di Germania e Francia che invece hanno utilizzato l’Europa per imporre il proprio interesse nazionale, e con esso la propria egemonia, a tutti gli altri.
Viene correttamente citato il recente esempio della Libia stigmatizzando la subalternità italiana alle scelte di altri paesi UE nel sostenere il debole governo Serraj senza parlare con l’uomo forte di Tobruk Haftar.
Fin qui tutto giusto. Ma poi il foglio confindustriale non si trattiene e bolla come “idee chiare perché prive di fondamento” quelle della destra sovranista incarnata da Salvini e Meloni.
Si tratta di un’affermazione apodittica, ideologica, utile a gettare un alone di impresentabilità su chi viene evidentemente considerato un avversario politico senza neanche aver avuto la decenza di ascoltarne le proposte politiche.
Farò qualche esempio per dimostrare che, purtroppo, soltanto chi come Fratelli d’Italia ha sposato il “sovranismo di governo” ha davvero a cuore l’interesse nazionale.
Ripartiamo dalla Libia: quello che il Sole annota è la triste verità e soltanto noi abbiamo più volte rivendicato la necessità di trattare con entrambi i governi libici per fermare le partenze degli immigrati, varare una missione navale e porre fine al servizio taxi delle ONG di Soros, realizzare su territorio africano centri di identificazione e smistamento gestiti dalle organizzazioni internazionali per consentirci di accogliere nei 27 paesi UE i veri profughi e rimpatriare i migranti irregolari. Proposte talmente “prive di fondamento” che oggi, con 3 anni di ritardo, tutti ne parlano e speriamo che finalmente si realizzino.
Restiamo alla politica estera e commerciale: soltanto i pericolosi sovranisti hanno fin dall’inizio denunciato la follia delle sanzioni UE alla Russia che hanno provocato ingentissimi danni alle nostre imprese e allontanato da un partner indispensabile per contrastare sul campo il terrorismo islamico che insanguina la nostra Europa.
Allo stesso modo gli stessi irresponsabili hanno denunciato i trattati di libero scambio come il TTIP (ora accantonato) e il CETA, la cui approvazione recherebbe conseguenze pesanti sul nostro comparto agroalimentare e sulla sicurezza alimentare del cibo che ci troveremo in tavola.
E sempre gli stessi sono stati tra i pochi a dire No al bail in che scarica sui risparmiatori incolpevoli il costo del salvataggio delle banche o a difendere decine di migliaia di imprese e lavoratori italiani dall’effetto devastante della direttiva Bolkestein.
Risposte talmente “prive di fondamento” che, se ci avessero ascoltato, oggi avremmo imprese meno povere, maggiore protagonismo internazionale e qualche decina di migliaia di risparmiatori e lavoratori tutelati.
Anche di fronte ad altre decine di esempi i nostri detrattori potrebbero accusarci di saper soltanto dire No ma di non avere controproposte concrete e spendibili ai tavoli che contano.
E invece no: proprio mentre la nomenklatura europea sfilava a Roma per celebrare i Trattati, Fratelli d’Italia ha rilanciato la propria idea di Europa. Basta con questa UE delle banche e delle multinazionali, con la sua gabbia di regole folli e di monete sbagliar, è tempo di una confederazione di Nazioni sovrane che possano scegliere liberamente di mettere in comune alcune competenze strategiche e demandino al livello nazionale tutto il resto.
Qualcosa di talmente “privo di fondamento” da somigliare molto all’Europa delle Patrie di Charles De Gaulle.
Per dire ancora una volta che, se per decenni il nostro interesse nazionale è stato sacrificato, oggi soltanto recuperando sovranità sarà possibile tornare a perseguirlo.