Oggi, tutti sono bravi a piangere ed a lamentarsi dinanzi alle telecamere per il naufragio del barcone d’immigrati nelle acque di Lampedusa: ma nessuno ha la capacità e la voglia d’interrogarsi e rispondere alla seguente domanda: ma perché questa gente scappa dal proprio Paese? Perché nessuno scappa – salvo emigrare, in modo prestabilito e tutelato, per cercare migliori condizioni di lavoro – dall’Italia, dalla Francia, dalla Spagna, dalla Germania e neanche dalla disastrata Grecia? Se, come si dice, le azioni degli uomini sono tutte razionali, ci sarà pure un motivo.
Proviamo a darle noi, qualche risposta.
Ci sono motivazioni vicine e lontane, che si tengono però insieme.
A) Motivazioni vicine.
1) Quasi tutti provengono dalle coste libiche, le più vicine all’Italia. Ma si può ancora chiamare “Libia”, con tutte le connotazioni che un nome dà ad uno Stato, quel territorio (non lo chiamiamo neanche “Paese”)? Evidentemente no, perché lì vige la legge tribale di bande in lotta le une contro le altre, che attaccano anche le Ambasciate (Usa, Inghilterra, Russia, Arabia Saudita). E chi ha voluto questa situazione di anarchia e caos? L’hanno voluta Francia ed Inghilterra, con il tacito appoggio degli Usa e l’Italia, su pressione di Napolitano, Bonino (presunta “esperta” di “primavere arabe”) e personaggi all’interno del governo Berlusconi il quale è stato costretto a partecipare, anche se marginalmente, alla spedizione militare.
Qualcuno lo ricorda? Qualcuno, a cominciare dal cosiddetto “Colle più alto”, fa “mea culpa”? No, basta piangere (ipocritamente) in televisione.
2) Gli ultimi profughi provenivano dall’Eritrea e dalla Somalia, poi ritorneremo su
questo punto. Paesi anch’essi in pieno caos, più la Somalia che dell’Eritrea. Perché?
Perché la solita Arabia Saudita (che ha la faccia tosta di celebrare a Roma, a Piazza del Popolo, i suoi 80 anni di riconoscimento internazionale) aizza e finanzia gli integralisti musulmani. Ma è la stessa Arabia Saudita che aizza e finanzia i guerriglieri in Siria, ed in tanti altri Paesi. Domanda: ma l’Italia, il Vaticano, l’Unione Europea, gli Usa, l’ONU hanno mai fatto pressioni, protestato, isolato un Paese che è ormai notoriamente la fonte delle agitazioni nel Vicino e Medio Oriente e che è stata l’incubatrice culturale di Al Qaida?
No, e quindi avremo altri Paesi nel caos con l’incremento dei profughi.
B) Motivazioni lontane.
1) Libia, Eritrea e Somalia erano colonie italiane, molto ben amministrate a detta di tutti, dove si costruivano opere sociali e si creava lavoro. Però gli Italiani, con dispiacere degli abitanti locali, dovevano essere allontanati per effetto del “diktat” del 10 febbraio 1947, ed il risultato – dopo settantacinque anni – lo vediamo sul molo di Lampedusa. Qualche rinnegato al ministero degli esteri ha restituito l’obelisco di Axum, presunto simbolo del colonialismo, ma non ha ritenuto opportuno concordare con i governi etiopico, eritreo e somalo una presenza stabile delle istituzioni sociali italiane per alleviare i problemi delle popolazioni abbandonate a sé stesse ed ai briganti.
2) Ma il discorso si estende a tutta l’Africa, dove gli Stati Europei sono stati costretti, sotto pressione internazionale soprattutto degli Stati Uniti, a ritirarsi dalle loro colonie per dare la “libertà” e la “democrazia” ai popoli che le abitavano. E’ trascorso oltre mezzo secolo da quel 1960, che fu l’anno centrale della decolonizzazione ma, anziché libertà, democrazia, progresso e fine del presunto sfruttamento europeo, assistiamo a continue lotte tribali (basta ricordare il Congo, il Ruanda – con le gambe tagliate ai Tutsi perché “troppo alti”! – , lo Zimbabwe ex-Rhodesia, la Nigeria e via dicendo), all’arricchimento delle classi dirigenti spesso dittature militari (alla faccia della democrazia parlamentare), alle carestie ed alle epidemie per carenze di organizzazione e di prevenzione. Anche in questo caso, nessuno fa delle autocritiche, delle valutazioni negative di un percorso politico. Vi sono addirittura economisti e geopolitici che dicono che se l’Africa, per un fenomeno terrestre, sprofondasse nell’Oceano, nessuno se ne accorgerebbe….
3) Però in quei territori ci sono ricchezze minerarie, forestali ed agricole da utilizzare. Ebbene, pochi sanno che – cacciati gli europei, incapaci gli americani di intervenire in modo diverso da quello di una spedizione militare – adesso sono i cinesi, le formiche d’Oriente, ad infiltrarsi lentamente in Africa ed a controllare l’economia di molti Stati. Ma, ovviamente, i cinesi non si preoccupano della salute e del benessere delle popolazioni, non lo fanno neanche con i propri connazionali….Così si danneggiano l’Europa ed anche gli Stati Uniti, che ora vedono rinforzarsi la Potenza cinese che prenderà il suo posto nel mondo: questo, è stato il bel risultato della decolonizzazione!
Ma un’altra considerazione finale, psicologica, va fatta. Perché questi profughi vengono in Italia, in Europa, e non vanno ad esempio in Arabia Saudita o nello Yemen od in Qatar od in altri paesi a loro più congeniali, anche per la comune religione islamica? Perché cercano istintivamente la Civiltà e l’Europa, pur depressa ed avvilita, pur priva di volontà politica, pur controllata dalle forze finanziarie internazionali, è pur sempre il territorio dove è nata la civiltà e dove ancora esiste una società organizzata, sociale ed umana. In Europa, si trova sempre un piatto di minestra; in Europa, ci sono sempre istituzioni che si occupano degli sbandati; in Europa, se si sta male si può sempre andare in un ospedale; in Europa, qualche euro da mance o da lavori al limite dell’accattonaggio si riesce ad avere; in Europa, ci sono anche edifici sotto i cui tetti o dentro i loro androni si può dormire la notte.
Ed allora, se questi uomini viaggiano per migliaia di chilometri a cercare da noi quella civiltà che non hanno dove sono nati e neanche nei Paesi vicini a loro, ma perché non ritorniamo noi in Africa a riportare la Civiltà, fregandocene dell’Onu e di quel capitalismo senza anima e senza volto che vuole solo sfruttare fino alla fame ed alla morte questi poveri disgraziati? Svegliati Europa.