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Qualche amara verità sui pagamenti con moneta elettronica…

di Maurizio Bianconi
15 Dicembre 2022
in Il punto
0
Qualche amara verità sui pagamenti con moneta elettronica…
       

La Finanziaria è da sempre una palestra per l’esercizio delle debolezze del sistema. Il teatrino mette in scena due rappresentazioni. Una generale: la finanziaria è buona, no è pessima, aiuta i ricchi, no va incontro ai poveri. L’altra de minimis: maggiori dotazioni per l’assistenza ai cani randagi, più attenzione ai siti della riproduzione del fenicottero rosa, pos 60 €, contante 5000€. Nessuno che dica che su un monte di 35/40 miliardi di €, tutto il can can gira intorno alla destinazione di circa 400 milioni, cioè l’1% del totale. E’ la classica arma di distrazione di massa azionata da politica e media, in un’alleanza di fatto abbastanza disonorevole.

Offuscati i nodi più significativi dalla nebbia delle piccole sciarade messe in campo, l’agenda Draghi sembrerebbe procedere sotto la guida della premier che – si dice – Sergio Mattarella abbia preso in simpatia. Sembra affermarsi un cammino senza scosse verso la postdemocrazia con un  governo che nelle premesse  e in apparenza non era certo schierato dalla parte draghianglobalista.

Senonchè il diavolo è nei dettagli’. Il premier autogestisce uno spazio social dove risponde alle domande scritte nell’agenda che porta sempre con sè. Presidente del Consiglio: ”C’è chi ci chiede perché non togliete le commissioni sul pagamento con moneta elettronica attraverso il pos? Diciamo che non possiamo farlo perchè sarebbe incostituzionale. La moneta elettronica è privata, è un servizio offerto e lo Stato non può impedire a chi offre quel servizio di guadagnarci sopra una commissione’”.

Non c’è imbarazzo a pronunciare una simile argomentazione. Non può esserci nel considerarla senza pregio, nonostante il buon confezionamento mediatico. Il pagamento con carta di credito non è ”moneta elettronica “. Confondere la carta di credito con le carte prepagate o i conti prepagati è una svista quasi incredibile. Soltanto in questi ultimi casi la moneta tradizionale (peraltro anch’essa ‘privata’) assume la veste di moneta elettronica e privata. Essa passa direttamente da A a B, senza servizi “offerti” da terzi (come lo sono gli assegni di c/c per esempio) dove la validazione al POS consente lo sblocco di un bonifico. Si aziona un meccanismo autorizzativo, per il quale C (banca) effettua un pagamento a B, richiesto da A. Quindi non c’è moneta elettronica ma ordine di pagamento. Se dunque si fosse voluto invocare un’impotentia agendi sotto questo profilo, avrebbero suggerito al premier non soltanto una topica tecnica non scusabile, ma anche uno scudo fasullo.

La storia dell’incostituzionalità è un po’ fantasiosa, per non dire altro. Probabilmente il Presidente si riferisce alla tutela costituzionale della libertà di impresa o meglio “di iniziativa economica privata”, che si sostanzierebbe in questo caso nella protezione del profitto derivante dalla attività medesima. Ma appare non concepibile che lo Stato obblighi a servirsi dello speciale mezzo di pagamento violando il principio di libertà di attività economica privata di chi paga e di chi incassa e insieme garantisca il diritto delle banche a acquisire commissioni in nome di quello stesso principio appena violato. Sembra una novella raccontata a veglia quando ancora non c’era la tv e le nonne cavavano il malocchio.

Se si voleva richiamare la Costituzione sarebbe stato utile valutare l’art 3 sulla ragionevolezza di una norma che obbliga a un metodo di pagamento e a subirne il prezzo di mercato a tutto favore dell’ erogatore del servizio. È anche il medesimo articolo che secondo il primo ministro dovrebbe tutelare lo strapotere bancario, che indica invece chiaramente la possibilità di porre regole e limiti in funzione dell’utilità sociale del provvedimento.

Si è lontani dal dare lezioni di diritto costituzionale, ma si è indisponibili a passare per babbei. Pare che sia sempre più urgente dirsela chiara e tonda. Se si è o meno di fronte a un governo di destracentro, retorico nell’enunciazione dei valori, ma nella sostanza portatore di una politica continuista, globalista, finanziarista, con superburocrati e banche a perfezionare l’avvento della postdemocrazia.

E  vorrei tanto che questa ipotesi anzichè più che probabile fosse una sballata fantasia.

Tags: banchegoverno Melonimoneta elettronica
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